Sul caso del sub morto a Tavernola una settimana fa, sabato 3 gennaio, a 32 metri di profondità a circa 100 metri dalla riva, ora scoppia la polemica. Lorenzo Canini, 39enne di Ponteranica, si era immerso con l'amico Fabio Bozzato, 54enne chioggiano residente a Bergamo. Improvvisamente rimane impigliato in una rete da pesca non segnalata e giudicata di frodo: cerca di liberarsi, non riesce, né lui né l'amico hanno un coltello per tagliarla; Bozzato risale a chiedere aiuto, in 15 minuti arrivano i sub volontari della Protezione civile di Monte Isola che da 40 anni presidiano la sicurezza del Sebino con i colleghi di Iseo e da qualche anno anche con i tecnici di UST. In due scendono a verificare: Lorenzo è impigliato e diventa difficile l'operazione del taglio della rete. Decidono di risalire per recuperarlo con un verricello che si trova sulla barca, ma a quel punto è sopraggiunto un vigile del fuoco volontario di Monte Isola che avrebbe ordinato loro di sospendere le ricerche perché stavano arrivando da Como i sommozzatori dei Vigili del fuoco. I volontari conoscono le regole e sanno che la competenza in questi casi spetta ai vigili del fuoco: cosa si siano detti nel frattempo non si sa, ma i sub di Monte Isola non scendono più e quando sulla riva di Tavernola c'è il breefing con i vigili del fuoco di Como (ma ormai sono le 12.00 passate e Lorenzo è sul fondo almeno dalle 10.00) dicono esattamente quanto è successo ad alta voce dalla barca a pochi metri dalla riva: “L'avevamo individuato, era vivo, ma il vigile del fuoco ci ha ordinato di sospendere”. Parole udite da tutti, carabinieri, Vigili del Fuoco, Polizia locale, tecnici del 118 e giornalisti presenti e oggi riportate in grande evidenza anche dal quotidiano “L'Eco di Bergamo”, perché confermate nell'intervista da Massimo Ziliani, capo di sub di Monte Isola, uno dei due scesi per recuperare Lorenzo.