Maestre e mamme in prima linea contro la decisione dell'amministrazione comunale di Darfo di chiudere l'asilo nido comunale la Chioccia. A settembre le dipendenti comunali che vi lavoravano dovranno trovare altri incarichi presso il comune, le dipendenti della Cooperativa Sociale che gestisce la struttura rimarranno semplicemente senza lavoro e i bambini dovranno essere portati altrove. Una decisione che il sindaco Ezio Mondini ha preso per motivazioni economiche: mancherebbero infatti le risorse per sostenere i costi di gestione della struttura: 150 mila euro circa all'anno che il comune intenderebbe risparmiare per fare fronte ad altre spese come le rate per il Ponte nuovo di Montecchio o il Parco Termale. Se si considera però che i dipendenti comunali dovranno continuare ad essere pagati perché non possono venire licenziati, alla fine il risparmio tagliando l'asilo si aggirerebbe sui 90 mila euro l'anno. Una cifra abbastanza irrisoria su un bilancio di 15 mln di euro, che potrebbe essere risparmiata tagliando altre spese come fa notare la minoranza. Ad esempio tre mesi fa in Comune è stato assunto un nuovo professionista nell'ufficio tecnico che costa 50 mila euro l'anno, ma ci sarebbero altre voci su cui risparmiare.MAMME E MAESTRE NON CI STANNOLa minoranza promette di portare la questione in consiglio comunale e chiede le dimissioni dell'assessore ai Servizi Sociali Luigina Gaioni per una decisione presa dalla maggioranza di chiudere l'asilo nido comunale, istituito più di 30 anni fa con delibera di consiglio comunale, senza nemmeno portare la questione in consiglio per cercare una soluzione alternativa. Anche la Commissione alle Pari Opportunità del Comune si chiede come si possa voler spazzare via con una spugna più di 30 anni di storia di una struttura che per le mamme della Valle Camonica, rappresenta un fiore all'occhiello, e promette di portare il problema, che è sociale e non politico, in Commissione per difendere il lavoro al femminile. Il fatto che sul territorio comunale insistono altri asili paritari non giustifica, secondo le mamme, la decisione presa dal comune di chiudere un servizi ai cittadini che ha una sua storia e che è stato portato avanti con professionalità. Una decisione contro la quale promettono battaglia organizzando altre iniziative di sensibilizzazione.