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698 ILVA: LA QUESTIONE APPRODA IN REGIONE
Gli imprenditori camuni dell'Iva commissariata non sono stati dimenticati, almeno non da tutti. Il Governo li ha lasciati nell'incertezza più totale con la legge salva Ilva; una legge che garantisce la continuità produttiva del polo siderurgico, prevede alcune misure a sostegno delle pmi dell'indotto, ma non chiarisce come, dove e quando i debiti maturati prima del 21 gennaio 2015 verranno pagati alle imprese fornitrici. Dopo la battaglia della Lega Nord in Parlamento per voce del deputato camuno Davide Caparini, ora la questione approda in consiglio regionale dove è stata presentata una mozione urgente della Lega Nord relativa alla situazione delle imprese lombarde creditrici dellILVA. Primo firmatario del provvedimento, è il Consigliere regionale del Carroccio, la camuna Donatella Martinazzoli. La mozione, che sarà discussa nelle prossime sedute del Consiglio regionale, chiede alla Giunta di attivarsi per far valere le istanze delle aziende lombarde di fronte al Governo nazionale, che dovrà necessariamente, se non vuole essere la causa della chiusura di moltissime imprese, mettere in campo misure idonee per ottenere il saldo dei crediti maturati, sia antecedenti allamministrazione straordinaria che nel corso dellesercizio dellimpresa. L'obiettivo quindi è dare voce, attraverso la Regione, agli imprenditori lombardi messi in ginocchio dalla situazione che si è venuta a creare negli ultimi due anni di commissariamento dell'Ilva, da quando ovvero la gestione è passato allo Stato e un'azienda produttiva e puntuale nei pagamenti è diventata insolvente ed è passata in amministrazione straordinaria. La parola è passata ai commissari e alla Magistratura e i debiti delle imprese anche camune, come la Semat per esempio di Artogne, sono finiti nel calderone della gestione fallimentare. Per dare qualche numero, dei 600 milioni di euro di crediti vantati da imprese fornitrici nei confronti dellILVA, una cifra pari a 50 milioni può essere ricondotta ad aziende della Val Camonica.
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