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RINVIATO IL PROCESSO MORANDI

Deve rispondere di furto, truffa e falso, l'ex sindaco ed ex direttore di banca Benvenuto Morandi, rinviato a giudizio dopo che sono emersi ammanchi e furti dai conti e dai depositi dei suoi clienti. Il processo doveva prendere il via questo mercoledì davanti ai giudici del Tribunale di Bergamo ma la prima udienza davanti al giudice Vito Di Vita, per l'ex sindaco di Valbondione, è terminata con lo slittamento del processo, che ripartirà il 21 ottobre, per via di un cavillo burocratico. Il giudice ha decretato infatti la nullità del decreto di citazione a giudizio per quanto riguarda uno dei capi di imputazione: nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, infatti, si richiamerebbe per questo capo di imputazione a un allegato però mai notificato. Da qui lo slittamento del processo, con un altro cavillo segnalato: un problema di errata notifica a due delle parti offese, due risparmiatori coinvolti dai falsi conteggi. Il processo mira ad approfondire le responsabilità in seguito ad un primo filone d'inchiesta ormai chiuso, quello appunto relativo alla vicenda che ha visto coinvolto Morandi, in qualità di direttore della filiale Private di Intesa Sanpaolo di Fiorano al Serio e che lo vede accusato di aver sottratto ingenti somme di denaro dai conti dei suoi clienti. Il suo grande accusatore è l'imprenditore Gianfranco Gamba, la moglie e la figlia di questi. La difesa di Morandi, composta dall'avvocato Angelo Capelli e Maria Laura Andreucci aveva già chiesto per il proprio assistito il rito abbreviato (che prevede in caso di condanna lo sconto di un terzo della pena) ma il rito abbreviato era stato annullato per vizi procedurali. E' probabile che la richiesta venga di nuovo avanzata, condizionata dall'audizione di alcuni testimoni, tra questi il Gamba. L'ex direttore ed ex sindaco Benvenuto Morandi resta sotto inchiesta – in questo caso le indagini non sono ancora state chiuse – per altre ipotesi di reato come presunti abusi d'ufficio. La vicenda che riguarda Morandi è venuta alla luce un paio di anni fa. Le parti offese sono 35, tra presunti derubati (si parla di 4 milioni di euro sottratti indebitamente, secondo l'accusa) e presunti truffati (qui si parla di 20 milioni di euro per clienti a cui l'ex direttore avrebbe consegnato false rendicontazioni). Intanto la filiale di Fiorano al Serio ha chiuso mentre l'ex direttore – che è stato per sei mesi ai domiciliari – lavora nell'albergo del fratello.
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