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914 110 PAZIENTI AL CRAS
Sono più di 110 i pazienti ricoverati dal 1° di gennaio presso il Centro Recupero Animali Selvatici di Paspardo, gestito dallAssociazione Uomo e Territorio Pro Natura con il supporto del Parco dellAdamello e del Comune di Paspardo, un piccolo ospedale dedicato alla cura della fauna selvatica immerso negli antichi boschi del Parco dellAdamello, su un versante a picco sulla media Valle Camonica. Allocchi, gufi comuni, assioli, poiane, gheppi e sparvieri, ricci e caprioli, rondoni, picchi neri e anche una piccola upupa, balestrucci e topini, volpi, tassi e faine e molte altre specie hanno trovato riparo e cure presso il CRAS dove sono impegnati senza sosta lo staff e i volontari dellAssociazione. Sono giovani nidiacei che hanno abbandonato il nido, animali investiti, rapaci folgorati, giovani ungulati raccolti nei boschi, mustelidi e canidi intrappolati in strutture antropiche, rondoni caduti dai tetti a causa di forti temporali. Le casistiche sono numerose e il lavoro incessante. Il CRAS ha sempre bisogno di supporto ed è sempre alla ricerca di volontari che possono iscriversi allAssociazione oppure fare una donazione, anche solo di cibo per gli animali o strumenti, vecchi stracci, coperte, spugne, detersivi e molto altro ancora. Oppure si può adottare simbolicamente un animale ferito, per se stessi o come regalo a un proprio caro. Si tratta di unadozione sostenibile a 360° in quanto essendo digitale, permette di azzerare limpatto ambientale per la produzione e la spedizione dei materiali cartacei e di concentrare la totalità della donazione sulla cura degli animali selvatici. Infine una raccomandazione da parte del Centro a non toccare o spostare, a meno che non siano in grave pericolo, i piccoli passeri o giovani rapaci notturni che in questi giorni cadono dal nido perché ancora non sanno volare. Si tratta di un fenomeno normale e l'uomo non deve intromettersi. Il centro ricorda anche che toccare o prelevare piccoli di cervo o di capriolo rinvenuti in natura significa renderli irriconoscibili alla madre e quindi condannarli ad una morte certa.
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