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FRATELLI SALLAKU, LUNEDL'INTERROGATORIO

E' fissato per lunedì mattina alle 10.00, l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice Lorenzo Benini, durante il quale il presidente del Darfo Gezim Sallaku, si sarebbe detto pronto a rispondere delle accuse e a chiarire molte cose in merito alle società finite nell’inchiesta  che lo ha portato in carcere giovedì insieme al fratello Saimir. Secondo la Procura di Brescia che ha condotto le indagini insieme alla Guardia di Finanza, i due fratelli insieme ad altre otto persone, sarebbero accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, di riciclaggio, di reimpiego di denaro di provenienza illecita e di bancarotta fraudolenta.  Avrebbero creato o smantellato aziende che operano nel settore delle costruzioni. La Guardia di finanza parla di «sistematiche illecite compensazioni di crediti tributari inesistenti con debiti fiscali e oneri contributivi dovuti». Accuse pesanti che secondo l'avvocato difensore dei fratelli Sallaku, Gianbattista Scalvi, che sta esaminando le 40 pagine dell'inchiesta e che sta studiando la linea di difesa, verranno chiarite. Nel frattempo le fiamme gialle avrebbero proceduto al sequestro preventivo di dieci imprese, 92 immobili, 32 vetture, altri beni per un valore di 8 mln di euro. Sequestrati anche i tre ristoranti di proprietà della famiglia albanese rimasti aperti in questi giorni, ma affidate al custode giudiziario, e anche le quote  societarie del Darfo Calcio anche se la società sportiva, totalmente estranea ai fatti, in un comunicato stampa ha annunciato che la squadra non si ferma e il campionato proseguirà normalmente. Le indagini riguardano principalmente il settore dell'edilizia sia pubblica che privata in riva al Sebino. L'operazione denominata “Laguna”,  coordinata dal colonnello Giuseppe Arbore, avrebbe anche portato all'iscrizione nel registro degli indagati, di tre funzionari pubblici a Piancamuno e a Sale Marasino che dovranno rispondere di «turbativa d’asta e di «abuso d’ufficio» e anche alcuni funzionari e direttori di banca che sarebbero accusati di non aver segnalato ingenti movimenti.  Alcuni elementi utili a chiarire le accuse potrebbero arrivare dall'interrogatorio dei due fratelli albanesi di lunedì che sarebbero pronti a collaborare e fare chiarezza. Gli altri otto indagati, uno ai domiciliari e altri sette con l’obbligo di presentarsi alla polizia, verranno interrogati entro 10 giorni.
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