Questo mercoledì 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e anche nelle nostre province e nelle nostre valli, si aprono delle ferite che non vogliono e non devono rimarginarsi. Sono fatti che hanno sconvolto nel profondo le nostre comunità e che ci fanno capire quanto possa essere pericoloso il legame fra uomo e donna, se alla base manca il rispetto e se vengono a mancare quegli strumenti culturali fondamentali per gestire ed orientare, le emozioni cieche gli istinti più bassi dell'uomo. In questo senso tutto il mondo è paese: dalle bambine dell'India che quasi ogni giorno vengono stuprate e uccise, fino a casa nostra, dove la violenza contro le donne è spesso nascosta in ambito domestico. Ovunque la parola da sconfiggere è una: disuguaglianza. Il 35% delle donne del mondo infatti, ha subito violenza fisica o sessuale, dal proprio partner o da un'altra persona. In Italia, si conta una donna su tre. Donne costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini che pretendono di comandare, di decidere e di disporre di loro. Donne che non ci stanno e che si ribellano. Così aveva fatto Gloria Trematerra, l'insegnante 55enne residente a Niardo, madre di due figli. Gloria aveva cercato aiuto in una struttura protetta, ma il marito 61enne Tullio Laffranchi, la sera del 28 aprile 2015, ha posto fine alla sua vita con 8 coltellate. Questa giornata è anche dedicata a lei, alla sua forza e al suo sorriso. Al suo funerale, molte donne avevano indossato le scarpe rosse ai piedi e la chiesa di Niardo era stata decorata con fili rossi, a simboleggiare una valle unita nel dolore e ferma nel condannare, qualsiasi tipo di violenza, fisica e psicologica, nei confronti soprattutto di un'amarevole mamma di due ragazzi restati ora senza padre né madre. Non è la prima volta che in Valle Camonica si piangono donne uccise per mano del loro compagno, marito, padre dei loro figli. Nel febbraio del 2010, a Santicolo di Corteno Golgi, Stefania Moranda è stata uccisa a soli 45 anni dal marito Stefano Brangi che non sopportava di essere lasciato. Per non parlare della tragica morte, per mano del loro padre, di Davide e Andrea, i due angeli di Ono San Pietro uccisi da Pasquale Iacovone che in questo modo atroce ha deciso di vendicarsi della moglie che lo voleva lasciare. Solo qualche settimana fa una donna, Simona Simoni, 46enne di Provaglio, è stata trovata morta, riversa a letto, nell'appartamento che condivideva con Elio Cadei che potrebbe averla massacrata di botte, anche se le indagini sono ancora in corso. La settimana scorsa a Dello, l'indiano 31enne Agis Singh, che non accettava che la moglie vestisse all'occidentale, ha cosparso la giovane moglie di diavolina liquida e poi l'ha data alle fiamme. Parvinder Kuar, 26enne e anche lei madre di due figli, rimane molto grave. Nomi di mamme, moglie, giovani donne, punite per la loro indipendenza. Una lista di nomi che si allunga di giorno in giorno e leggendo le cronache dei giornali appare chiaro che la battaglia culturale, etica e morale, è tutt'altro che vinta. In Italia come altrove, c'è ancora molto da fare.
