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1101 ACCIAO: TRUFFA MILIONARIA
Consegnavano allacciaieria materiale di scarsa qualità, riuscendo a superare i controlli grazie alla complicità di alcuni dipendenti dello stabilimento, ottenuta con «mazzette» di almeno cinquemila euro mensili: è questo il presunto sistema ai danni dellAst di Terni scoperto dalla guardia forestale nellambito delloperazione Acciaio sporco che -nella giornata di giovedì 23 giugno ha portato agli arresti domiciliari otto persone e alla denuncia a piede libero di altre nove tra Umbria, Lombardia e Marche. Agli arresti domiciliari sono finiti: Giancarlo Ongis, 53 anni, patron della Metal di Pontirolo, bergamasco residente in Svizzera, e due suoi collaboratori: Marco Cattaneo, 57 anni residente a Calusco dAdda, e Stefano Arnoldi, 39 anni residente a Boltiere. Secondo gli investigatori, ad orchestrare e promuovere il raggiro sarebbero state tre figure, tra cui il legale rappresentante, riconducibili alla holding Metal Group Inox di Bergamo, il principale fornitore di acciaio inox di qualità 304 dellacciaieria, finite ai domiciliari insieme a quattro dipendenti Ast «infedeli» del parco rottami (addetti alla campionatura del materiale) e al legale rappresentante dellaEcotras, ditta incaricata di trasportare lacciaio a Terni da Fabriano, dove era depositato. Le accuse contenute nellordinanza firmata dal gip Maurizio Santoloci su richiesta del pm Elisabetta Massini vanno dallassociazione a delinquere finalizzata alla truffa alla frode in commercio e corruzione tra i privati. In base a quanto è stato riferito nellincontro al quale hanno partecipato anche il procuratore di Terni Alberto Liguori e il comandante regionale della forestale Guido Conti, nel corso dellindagine durata un anno e avviata a seguito di altre operazioni che hanno visto lAst come parte lesa, gli agenti del Nipaf hanno scoperto che attraverso la complicità del personale addetto al collaudo delle consegne dellacciaio il fornitore riusciva ad aggirare i sistemi di controllo dellazienda e a pilotare a proprio beneficio i camion destinati ad essere campionati da Ast tramite un sistema informatico casuale per la verifica di rispondenza del materiale. Questo deve infatti rispondere a requisiti stringenti, in particolare per quanto riguarda il contenuto di nichel e cromo. Ogni sette camion di materiale ha verificato la forestale anche attraverso riprese video, intercettazioni ambientali e telefoniche, sistemi gps e acquisizioni documentali solo due avrebbero rispettato le specifiche, mentre gli altri cinque venivano caricati con materiale considerato di pessima qualità, spesso con percentuali di nichel pari alla metà di quelle stabilite. In campionatura venivano fatti arrivare sempre e solo i camion «buoni» ribattezzati dai capi dellassociazione «A» o «fashion» consentendo così agli altri di sfuggire ai controlli qualitativi, grazie alla selezione fatta dai dipendenti «infedeli»,che avrebbero ricevuto in cambio mazzette di circa 5-6 mila euro mensili.
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