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5 MILA ESUBERI PER I METALMECCANICI

5 mila esuberi entro dicembre. E' questo il dato allarmante che riguarda i metalmeccanici in Lombardia. L'allarme arriva dalla segreteria della FIOM che sta leggendo i dati relativi ai licenziamenti e alla cassa integrazione di quest'anno. I dati parlano chiaro: sono 3 mila 361 i metalmeccanici licenziati in Lombardia dall'inizio dell'anno, 659 rispetto all'ultima rilevazione statistica relativa al trimestre luglio-settembre. Rispetto a un anno fa, il ricorso alla mobilità si è attenuato, nello stesso periodo dell'anno nel 2015 ci furono infatti 4 mila 403 licenziamenti. Anche nel riscontro mese su mese gli esuberi segnano il passo, facendo registrare addirittura un dimezzamento (mille 229 lavoratori licenziati). Nella torta dei licenziamenti fanno la parte del leone i distretti industriali di Varese (145), Milano (142) e Bergamo (114 contro i 247 dello scorso anno). Valori leggermente più bassi a Brescia (62, 174 lo scorso anno), Monza e Brianza (72), Como (48) e Lecco (41). Nel complesso la riduzione dei licenziamenti è quasi generalizzata, fatta eccezione per la provincia di Lecco. Questo non significa però che si possa abbassare la guardia perché, dice il segretario della FIOM Lombardia, Mirco Rota, c'è il rischio concreto che entro fine anno in Lombardia si sfondi la soglia dei 5 mila licenziamenti: "un'enormità se si considera l'arretramento della base economico-produttiva di questi ultimi anni e la contrazione delle produzioni”, argomenta Rota. “Ancora una volta – aggiunge il segretario - siamo di fronte a una diminuzione che maschera problemi di sistema ben radicati". E cita ad esempio come le vertenze aperte di Alstom Ferroviaria, Linkra, Belleli. E' vero, la cassa integrazione e i licenziamenti diminuiscono, ma contestualmente non c'è un aumento di quegli indicatori che dicono che la ripresa sia stata agganciata. "Senza provvedimenti eccezionali, siamo destinati ad assistere a un lento declino dei settori un tempo trainanti dell'economia lombarda, un tempo locomotiva d'Europa", conclude Rota che aggiunge un appello a Regione Lombardia perchè prenda atto di questa situazione ed intervenga, stimolando la crescita e tutelando i settori che oggi risentono dell'assenza di investimenti e innovazione tecnologica.
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