Uno spettacolo naturale divenuto motivo d’allarme. Un potenziale pericolo per i numerosi escursionisti che frequentano la zona di Valgoglio. Infatti le rocce del Coregn del Presì, sono molto fessurate e c’è il pericolo di distacco macigni che, rotolando a valle, potrebbero danneggiare la strada di collegamento con la miniera di uranio, o la contrada di Bani di Ardesio. A preoccupare sono le formazioni rocciose, quella che si innalza nelle vicinanze della statua di una Madonnina. Stiamo parlando di un enorme blocco, stimato in circa 500 metri cubi che appare in precarie condizioni di stabilità. Per metterlo in sicurezza il ministero dell’Ambiente ha stanziato per il comune una somma, a fondo perduto, pari a 130 mila euro. La comunicazione della Regione è giunta agli uffici amministraivi a firma del delegato del commissario governativo Dario Fossati. E' stato un cittadino residente nella frazione di Novazza a denunciare il pericolo. Affidata alla Gea, del geologo Sergio Ghilardi, l’effettuazione di un approfondito studio del fenomeno, effettuato il 3 dicembre e sfociato poi in una relazione e in un preventivo di massima per un futuro intervento. Ghilardi ha setacciato tutta la località interessata, scattato fotografie anche dall’alto con un drone, e ha inquadrato geologicamente la zona, scrivendo tra l’altro: “Dal sopralluogo è emersa la presenza di un grande sistema di fratturazione che si estende ben oltre il punto specifico esaminato, quello in prossimità del picco sul quale è stata posta la statua di una Madonnina…. All’interno di tale contesto quello che preoccupa maggiormente è la presenza di un grosso blocco roccioso, stimato in 400, 500 metri cubi (si affianca a quello su cui è posta la Madonnina) che si sta velocemente separando dalla roccia in posto. Il livello di rischio è dovuto alla presenza a valle della strada comunale che porta verso la miniera, abitualmente frequentata, oltre che dagli operatori e residenti, anche da molti escursionisti soprattutto nella bella stagione”.