Cividate, Bienno, gli amici della Montagna, colleghi e amici del mondo dell'impresa, amministratori locali, tantissima gente ieri pomeriggio ha dato l'ultimo saluto ad Andrea Morandini, il giovane imprenditore camuno di 35 anni, morto venerdì attorno alle 17.00 sotto una slavina nella valle di Lavena sotto il lago omonimo lungo la strada che da Passo Crocedomini sale al Maniva, chiusa con oltre 2 metri di neve al suolo. Il corteo funebre è partito dalla chiesetta dei beati Tovini a Cividate Camuno, dove era stata allestita la camera ardente ed ha raggiunto la parrocchiale dei santi Faustino e Giovita a Bienno alle 17.00 dove sono state celebrate le esequie. La Messa è stata presieduta da Monsignor Giovanni Giacomelli e concelebrata dai sacerdoti dell'unità pastorale della Valgrigna; con loro anche l'amico d'infanzia don Giuseppe Baccanelli. La mamma Renata, il papà Vanni, noto imprenditore del settore delle forge a Cividate, il fratello Maurizio, la sorellina, la fidanzata e tanti amici e parenti, tantissima gente, oltre 1.000 persone, molte delle quali non sono potute entrare nella grande chiesa, lo hanno voluto accompagnare all'ultima dimora. Riunite nel dolore ieri le tre comunità di Bienno, paese di origine della famiglia, dove il giovane stava costruendo la sua casa, di Cividate Camuno dove il giovane è cresciuto e dove lavorava nell'azienda del padre e di Piamborno dove risiede la madre. Hanno saputo cogliere la forza del messaggio dell'omelia di Mons. Giacomelli Al termine del rito religioso, la salma di Andrea Morandini è stata tumulata nel cimitero di Bienno. Mancherà a tutti coloro che lo avevano conosciuto, il suo sorriso e il suo carattere solare. Dopo il dolore, inizia il tempo delle indagini e delle riflessioni sull'utilizzo delle motoslitte in zone a rischio valanghe, per capire se la tragedia poteva essere evitata.