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UNA SETTA ALL'ORIGINE DELL'AGGUATO

Secondo Salvatore D’Apolito, accusato e reo confesso del tentato omicidio dell’ex moglie Flora Agazzi, raggiunta da tre colpi di pistola il 27 settembre scorso a Negrone, sarebbe stata la “setta della pergamena” ad allontanarla emotivamente, psicologicamente e infine fisicamente da lui. Facendolo sprofondare nel buio della solitudine e della disperazione. D’Apolito ha parlato al gip Massimiliano Magliacani nell’interrogatorio in carcere, assistito dall’avvocato Stefano Sorrentino col quale si era presentato venerdì sera al comando provinciale dei carabinieri di via delle Valli a Bergamo, per costituirsi, in lacrime. Dopo averlo sentito per un’ora e mezza, il gip ha convalidato il fermo del piastrellista di Villasanta, rigettando la richiesta di domiciliari avanzata dalla difesa e disponendone la custodia cautelare in carcere, sussistendo il pericolo di reiterazione del reato e quello di fuga. Per il giudice, così come riportato nell'ordinanza, l'uomo avrebbe pianificato l'agguato. Per lui l'accusa è di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dal vincolo di parentela, in aggiunta alla detenzione illegale e porto di arma da fuoco. Ieri mattina, davanti al gip, D’Apolito ha ammesso tutti gli addebiti ricostruendo la sequenza dei fatti, fino alla fuga in camper e la decisione di farla finita dopo la morte della moglie testimoniata dal biglietto lasciato in casa e ritrovato dagli inquirenti. Infine il ripensamento alla notizia che Flora era sopravvissuta all’agguato e la decisione di costituirsi dopo nove giorni.D’Apolito e l'ex moglie erano attesi dall’udienza di separazione il 2 ottobre, ma secondo l’uomo la donna avrebbe cominciato ad allontanarsi da tempo, tre anni fa, quando aveva cominciato a frequentare il gruppo a Corsico , ma anche a casa sua, e a pregare «sulla pergamena». D’Apolito ha poi raccontato di un grave incidente che lo ha lasciato in stato di coma per tre giorni e con conseguenze neurologiche tali da costringerlo ad avviare una terapia con psicofarmaci. Da quel momento alternerebbe momenti di lucidità ad altri di appannamento e per questo ieri la difesa ha chiesto che l’uomo venga seguito in carcere dal personale medico.
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