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SCARCERATO L'IMAM DI ZINGONIA

E' stato scarcerato per decorrenza dei termini, quando manca poco alla sentenza di primo grado del processo che lo vede imputato per terrorismo. E non è il solo colpo di scena: i giudici per lui hanno infatti disposto l’obbligo di dimora a Verdellino, suo ultimo luogo di residenza, non distante dal luogo dove fino al 2015 guidava le preghiere, al pian terreno di una delle torri Athena di Ciserano. È la clamorosa svolta nel caso che vede al centro Hafiz Muhammad Zulkifal, originario del Pakistan, 45 anni, l’«imam di Zingonia». Chi è Barba lunga e arancione, che lo rendeva immediatamente identificabile, da molti anni in Italia, nessun guaio precedente con la giustizia, fu arrestato in casa sua a Pognano il 24 aprile 2015 dove viveva con la moglie e 6 figli. L’imam di Zingonia finì in carcere con l’accusa, pesantissima, di far parte di una cellula di Al Qaeda in Italia, con base a Olbia e attiva tra la Sardegna e la Lombardia. Associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, raccolta di fondi illegale, ma anche l’organizzazione di attentati in Pakistan fra cui quello, terribile che nel 2009 costò la vita a 137 persone: queste le contestazioni. Un colossale equivoco, secondo gli avvocati difensori . Ieri la svolta clamorosa: il tribunale del Riesame della Corte d’Assise di Sassari, presieduto da Salvatore Marinaro, ha scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare Zulkifal e altri quattro pakistani. Sono stati rimessi in libertà su istanza dei difensori, che avevano promosso appello contro la decisione della Corte d’Assise di Sassari di prorogare la custodia. I difensori avevano osservato che, codice alla mano, anche considerando sospensioni e proroghe, i termini della custodia cautelare che decorrono dal decreto che dispone il giudizio (datato in questo caso 6 novembre 2015) non possono superare il doppio del previsto. Il «previsto» era un anno e mezzo, ne sono trascorsi tre. I cinque imputati di terrorismo sono stati scarcerati ieri alle 16. Per loro i giudici hanno disposto l’obbligo di dimora nei rispettivi domicili tra Olbia, Roma e, nel caso di Zulkifal, Verdellino, suo ultimo indirizzo di residenza ufficiale. Ha il divieto di uscire di casa fra le 20 e le 7 e l’obbligo di firma quotidiano in caserma. Il processo intanto si avvia alle battute finali.
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