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DARFO ALL'INFERNO, BRENO IN PARADISO

Dall’inferno al paradiso in meno di una decina di chilometri. Fine settimana al cardiopalma per il calcio locale, sponda camuna tra sabato e domenica si passa dal giorno più luminoso alla notte più cupa, dai play off che sorridono ai play out che lasciano senza fiato. Un weekend per cuori forti dove il Breno sceglie di non svegliarsi dal sogno chiamato Serie D, mentre per il Darfo Boario si concretizza l’incubo del baratro. I granata, armati di coraggio e, forse, della giusta spensieratezza, espugnano la fortezza di Vertova con l’unico risultato a disposizione: una vittoria per 2-1 che porta le firme di Martinazzoli e Sorrentino e che catapulta la formazione di Mario Tacchinardi dritta agli spareggi nazionali. La gioia, il tifo, i colori: la Val Seriana abbandona gli stendardi blues e si arrende al restyling granata: un’annata magica, magari fortunata, ma coronata da una squadra unita che, ora, sull’onda dell’entusiasmo, viene sospinta verso il Piemonte in cerca di nuove conquiste. La stagione del Darfo Boario si chiude, invece, con l’epilogo più amaro, un urlo strozzato nella gola dei tanti tifosi giunti al Comunale per quella che, agli occhi di tanti, doveva essere solo l’ultima formalità che avrebbe messo nero su bianco una tribolata salvezza. Prima della gara sorrisi tesi, il neroverde che ricopre lo stadio, quasi ad abbracciare uno ad uno gli undici di Alex Bonetti e, insieme, esorcizzare, ancora una volta, lo spettro più temuto. Dopo il fischio d’inizio sei minuti da incubo, Ambrosiana due volte in vantaggio e tribuna ammutolita: per la prima volta, quella retrocessione, la si tocca con mano. Uno shock per la squadra di Valter Venturi che, col passare dei minuti, si rialza: prima segna Spampatti poi, in avvio di ripresa, il neoentrato Fattori, quasi fosse un segno del destino, sigla il pareggio. La gara però, va per le lunghe, i 90 minuti non bastano a decidere la sfida e il verdetto viene affidato ai 120. Un giudizio implacabile quello dei supplementari: forse severo, dai tratti tragici, ma per alcuni crudelmente giusto. L’Ambrosiana fa 3-2 al 118’: mani in volto per i giocatori del Darfo che, al triplice fischio, si accasciano a terra sotto le urla dei tifosi ospiti. “Questo è il calcio”, bisbiglia Edoardo Conti a fine partita. Lo stesso gioco che, a una manciata di chilometri, premia sul campo il Bienno di Beppe Manenti, salva la Romanese e condanna il Casazza di Luca Sana.
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