Era entrato in un centro estetico per rapinarlo poi ha visto la commessa e l'ha aggredita e stuprata. Dietro di sé ha però lasciato il DNA che alla fine l'ha incastrato. In manette è finto un senegalese di 29 anni accusato anche del tentato stupro di un'altra donna, una prostituta lituana aggredita a giugno e di un'altra prostituta rumena aggredita a novembre. A mettere insieme i tasselli fino ad arrivare allo stupratore, i carabinieri del comando provinciale di Bergamo e i Ris di Parma. Tutto è partito dalla denuncia che una ragazza ha sporto ai carabinieri di Treviglio il 7 giugno scorso dopo aver subito la violenza, confermata in ospedale. Stava riordinando il negozio per il giorno dopo quanto intorno alle 23 è iniziato l'incubo. L'uomo l'ha aggredita, violentata e rapinata. Un volto che la giovane donna non potrà più dimenticare e che riconosce tra alcune fotografie mostrate dai carabinieri. E' quella di un senegalese 28enne senza fissa dimora che lavora come muratore in provincia di Bergamo. Il Dna combacia. E allora iniziano le indagini su casi simili: una settimana dopo infatti nella stessa zona, un'altra donna, una prostituta lituana, aveva denunciato un tentato stupro da parte di un uomo con il volto coperto. Solo l'intervento di alcuni passanti ha evitato il peggio. L'identikit dello stupratore sembra lo stesso e il fatto fa emergere un altro tentativo di violenza, accaduto a novembre nei confronti di una prostituta rumena che allora non aveva denunciato ma che ora ha riconosciuto in fotografia lo stesso uomo. Il “violentatore seriale”, come lo ha definito il comandante provinciale dei carabinieri Paolo Storoni - nel 2014 era già stato condannato a un anno e 2 mesi per violenza sessuale per aver aggredito una donna in un parcheggio. La pena era stata però sospesa e l’uomo aveva scontato un solo giorno in carcere.