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INCENDIO IN OSPEDALE: MISTERO SULL'ACCENDINO

Sarà eseguita martedì nella camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni, l’autopsia sul corpo della diciannovenne morta nell’incendio scoppiato martedì mattina nel reparto di Psichiatria. L’esame autoptico dovrà stabilire le modalità e la tempistica del decesso, per capire se con un intervento ancor più tempestivo del personale ospedaliero la ragazza poteva essere salvata. Il pm Letizia Ruggeri e gli agenti della squadra mobile della questura non vogliono lasciare nulla al caso, l’anatomopatologo sarà chiamato anche a escludere che la morte sia dovuta all’intervento di terze persone. Che, insomma, non si tratti di un omicidio. Ben più determinante si profila invece la consulenza tecnica che il pm ha affidato a un ingegnere. Il quale dovrà analizzare il funzionamento dei dispositivi di sicurezza nel reparto e il materiale presente nella camera, in particolar modo lenzuola e materasso, per capire come mai le fiamme si siano potute sprigionare così velocemente e devastare la stanza. L’accendino che avrebbe innescato l’incendio non è ancora stato trovato. O non è mai esistito? Perché nessuno ha potuto vedere armeggiare la ragazza con quell’arnese. Eppure, la ricostruzione per ora preponderante è abbastanza chiara: la giovane, che era nel suo letto sedata e contenuta con appositi lacci, sarebbe riuscita a utilizzare l’accendino, vietatissimo in quel reparto (i pazienti possono fumare solo in uno spazio dedicato e le sigarette sono gestite dal personale) ma che era riuscita a nascondere nelle parti intime, per appiccare il fuoco a lenzuola e materasso. Perché si parla di gesto inconsulto della diciannovenne? Perché alle 9,30 di martedì, mezz’ora prima del rogo, la paziente aveva già tentato il suicidio cercando di impiccarsi con la maglietta che indossava. Va detto che il giorno precedente alla vittima era stato sequestrato un accendino mentre la stessa cercava di introdurlo in camera , episodio che gli investigatori ora leggono come un altro tentativo della paziente di dar corso ai propri propositi, e proprio con l’identica dinamica che l’indomani l’avrebbe portata alla morte. Ma se davvero il rogo è partito dalla fiammella di questo oggetto, è così facile procurarsene due in 24 ore in un reparto dove gli accendini sono banditi? A questi e altri interrogativi si sta cercando di dare risposta.
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