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1 DICEMBRE 1923, UN RICORDO INDELEBILE

Il silenzio di una fredda mattina autunnale viene improvvisamente rotto da un boato indescrivibile: 6 milioni di metri cubi di acqua, fango e detriti precipitano a valle a causa del cedimento strutturale della diga del Gleno. Sono le 7.15 del 1 dicembre 1923: in un attimo l’onda che se ne genera spazza via tutto ciò che incontra sulla sua strada: per primi i paesi di Bueggio, Colere, Dezzo e Azzone vengono travolti, poi Angolo e Mazzunno. Alle 7:35 la fiumana raggiunge attraverso il fiume Dezzo Corna di Darfo. Qualcuno ricorda che sentì suonare le campane che avvertivano gli abitanti del pericolo. 96 anni dopo, questa domenica mattina alle 7.35 le campane della chiesa parrocchiale di Corna di Darfo hanno suonato ancora per ricordare quei tragici momenti. Questa è una delle iniziative messe in campo per ricordare il 1 dicembre 1923 e la sciagura del Gleno. Dopo che la fiumana di fango e acqua defluì fu solo silenzio, morte, dolore e detriti. In molti avevano perso tutto. Fu una tragedia immane per la Valle di Scalve e la Valle Camonica, soprattutto per Corna di Darfo. Ecco perché oggi a 96 anni di distanza l'amministrazione comunale e la parrocchia hanno voluto ricordare. Lo hanno fatto con il suono delle campane, con una messa e con un concerto che la banda musicale di Sonico ha voluto dedicare, con un omaggio al grande maestro Morricone, alle vittime del disastro del Gleno, più di 350 persone. Alcuni corpi non furono mai ritrovati, altri furono ritrovati a pezzi. La chiesetta del Sacro Cuore di Corna, oggi conosciuta come la chiesetta del Gleno, fa usata anche per raccogliere i corpi. Il 3 dicembre 1923 giunsero a Darfo a commemorare le vittime il Re Vittorio Emanuele III e Gabriele D'Annunzio. A causa dell'impraticabilità delle strade, nessuna autorità poté però visitare Angolo Terme e Mazzunno. Il disastro del Gleno è stata la più grande tragedia che le nostre valli abbiamo vissuto. Una tragedia che secondo molti poteva essere evitata e che ha lasciato un segno indelebile nella popolazione. Anche se ormai quasi nessuno dei testimoni è sopravvissuto i fatti del Gleno vengono tramandati di generazione e generazione e ogni anno vengono realizzate pubblicazioni sul tema.
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