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IL REPORT DELL'ATS DELLA MONTAGNA

Uno dei compiti principali dell'Ats della montagna, parallelamente all'organizzazione dei tamponi in collaborazione con le Asst, è stato quello di ricostruire la catena del contagio rintracciando i contatti delle persone trovate positive e mettendoli sotto sorveglianza e in isolamento domiciliare fiduciario. Un lavoro svolto in collaborazione le Asst, con i sindaci, Prefetture e forze dell'ordine. Ad oggi in Valle Camonica, il territorio dell'Ats della montagna più colpito dal Coronavirus, sono più di 2700 le persone poste in sorveglianza attiva e in isolamento obbligatorio a casa, perché sono state a contatto stretto con persone positive. L'Ats inoltre dal 1 maggio chiama gli operatori sanitari, i contatti stretti (sia sintomatici che asintomatici) di un caso positivo se non hanno ancora terminato il periodo di isolamento fiduciario, i soggetti sintomatici segnalati da MMG/PDF/CA che non hanno avuto contatti con un caso dopo la risoluzione dei sintomi, per effettuare i test sierologici attraverso due punti prelievo in Valle Camonica. Nel caso degli operatori sanitari il 90% circa è risultato negativo mentre tra la popolazione è emerso che il 59% circa aveva sviluppato gli anticorpi e quindi aveva fatto il Coronavirus ed è stato quindi sottoposto a tampone per verificare se la positività è ancora in corso. Dal report dell'Ats sulla fase due emerge che la popolazione più colpita dal Coronavirus, è stata quella al di sopra dei 70 anni, in particolare tra gli 85 e gli 89 anni d'età, per lo più uomini. Fino a 55 anni invece il Coronvarisu ha colpito indistintamente uomini e donne, anzi leggermente di più le donne, mentre dai 55 anni in su sono più colpiti gli uomini. Rifornire i medici sul territorio dei dispositivi di protezione individuale è stato un altro compito dell'Ats che ha consegnato più di 43 mila mascherine ffp2 insieme a calzari, cuffie, visiere, guanti e disinfettanti. 89 gli interventi effettuati dalle Usca, unità speciali di continuità assistenziali attivate a Edolo e Piamborno per curare a casa i pazienti Covid. In Valtellina, zona meno colpita dal Coronavirus, con un terzo dei casi rispetto alla Valle Camonica, erano state attivate ben tre postazioni che hanno svolto 125 interventi. “Tutte queste attività hanno richiesto davvero un grande sforzo ad una organizzazione piccola come quella dell’ATS della Montagna, già in grave sofferenza per la cronica mancanza di risorse umane, soprattutto sanitarie” - come ha dichiarato il Direttore Generale, Lorella Cecconami che ringrazia tutti i collaboratori che a vario titolo hanno contribuito a garantire continuità a tutti i servizi e le attività messe in campo.
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