Ad Ardesio, in alta Valle Seriana, ogni anno il 23 giugno si ripercorre la memoria dell'evento del 1607, quando un furioso temporale minacciava la contrada. La storia racconta che la famiglia Solera, papà Marco, mamma Maddalena, Maria di 11 anni e Caterina di 7, sono in preghiera ai piedi del Crocifisso, alle bimbe appare su un trono d’oro la Vergine Maria con in braccio il Figlio, in gesto di materno aiuto. Come di incanto il vento si calma, la furia del temporale si smorza, riappare il sereno. Accorrono i familiari, i vicini e si grida al miracolo. Da quel giorno, Ardesio è diventato luogo di pellegrinaggio di molti fedeli. Tra i più devoti, da un antico documento del 1877 conservato nella parrocchia di Borno, vi sono proprio i bornesi che ogni anno si recano in pellegrinaggio ad Ardesio, a piedi come vuole la tradizione. Il lockdown ha vietato il pellegrinaggio 2020, ma ha permesso il primo festival di cinematografia sacra intitolato “Sacrae Scenae”, durante il quale i Madonnari hanno dipinto un quadro raffigurante il complesso statuario che ricorda il miracolo del 1607. Seguendo l'intuito e, in questo caso, la fede, il quadro è stato donato a Borno da parte dell'Associazione Vivi Ardesio, nella certezza che fosse ben riposto e meritato, nel gemellaggio tra fede, tradizione e cultura di montagna che i due paesi nutrono in comune. Ora Borno e Ardesio sono più unite anche fisicamente da un segnale concreto, il quadro del gruppo scultoreo della Madonna delle grazie, che ha trovato posto in un altare della parrocchiale di S. Giovanni Battista. La cerimonia di gemellaggio sulla strada della fede è stata suggellata da una solenne messa concelebrata dal Parroco di Borno don Paolo Gregorini e dal rettore del Santuario di Ardesio, Don Mario Belotti, alla presenza dei due sindaci di Ardesio, Yvan Caccia e di Borno, Matteo Rivadossi, del Presidente di Vivi Ardesio Simone Bonetti e dei rappresentanti della Comunità, con l'organizzazione del bornese Diego Lenzi che ha sostenuto concretamente il progetto.