Non solo sulle vette, a quote difficilmente raggiungili, ma anche su sentieri più accessibili e all'apparenza innocui, possono avvenire le tragedie. Quello che è successo domenica al Colle Vareno, su una strada sterrata facilmente percorribile durante l'anno ma resa insidiosa dalla neve e dal ghiaccio, lo dimostra. La strada che la 35enne Valeria Coletta e il marito 40enne Martino Marchi stavano percorrendo, insieme alla figlia di 5 anni e a due amici, non era di quelle considerate impervie e pericolose, ma era una strada che probabilmente la famiglia milanese ma con una seconda casa in Valseriana, aveva percorso molte volte. A trasformare però la montagna, sono le condizioni metereologiche e ambientali e in inverno il pericolo numero uno è il ghiaccio che si forma anche su quella che sembra neve candida e in realtà è dura e ghiacciata. Nella stessa zona, su sentieri del Monte Pora, due anni fa a perdere la vita era stato un 22enne di Angolo impegnato in una battuta di caccia, caduto in fondo in un canalone dopo un volo di 150 metri. Anche la 17enne scomparsa il 5 settembre del 2020 lungo il sentiero numero 21 dell'Adamello al Lago Aviolo, caduta in un dirupo mentre si trovava insieme ai genitori e alla sorella gemella, si trovava lungo un sentiero percorso da bambini e famiglie. E' caduta però, proprio in un punto esposto. Anche le valanghe rappresentano un rischio concreto ed è necessario consultare i bollettini di allerta prima di recarsi in montagna, mentre la fatica è un'altra causa di incidente: quando le gambe sono stanche, la caduta è dietro l'angolo. Per questo è importante recarsi in luoghi alla propria portata, misurare le forze e i tempi di percorrenza per evitare discese frettolose. A questo si aggiunge l'abbigliamento adeguato, soprattutto le calzature. La programmazione è quindi la fase dell'escursione più importante, per arginare il rischio che in montagna, è comunque dietro l'angolo.