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CORONAVIRUS, NESSUN CASO IN LOMBARDIA

Mentre in Italia sono diversi i casi in via di accertamento ma si può parlare di Coronavirus solo nei due cinesi in vacanza a Roma, atterrati a Malpensa ma quando ancora non manifestavano i sinonimi, nessun caso di coronavirus interessa la Lombardia dove le autorità invitano a non creare allarmismo. Se da una parte c'è la volontà di non creare allarmismo, dall'altra parte c'è la volontà di mettere in atto ogni precauzione possibile, tanto che il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana ha inviato, insieme ai governatori di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino, una lettera al Ministero della Salute per chiedere che gli studenti rientrati in Italia dalle zone a rischio della Cina, restino a casa, in via precauzionale, per un periodo di 14 giorni prima di rientrare a scuola. Una richiesta basata sulle considerazioni dell'Oms secondo cui la trasmissione da Coronavirus in soggetti asintomatico è rara ma possibile. La risposta del Governo ai governatori del nord è di stare tranquilli e di fidarsi delle direttive nazionali, che rispondono a quelle messe in atto a livello internazionale e anche l'assessore regionale al welfare Giulio Gallera, pur concordando sulla necessità di alzare al massimo l'attenzione, dichiara che non c'è nessuna necessità di mettere in quarantena persone asintomatiche. Eventuali casi sospetti vengono immediatamente segnalati negli aeroporti, negli ospedali e dai medici di base, vengono prelevati ed inviati campioni ai tre laboratori attivati e quindi trasferite le persone in uno dei 17 reparti specializzati. Nel frattempo le conseguenze del Coronavirus si fanno sentire anche sul piano economico: ci sono filiali di gruppi bresciani e bergamaschi che operano in Cina, che non riapriranno dopo il Capodanno cinese, per via della quarantena imposta in molte città e dal commercio all’industria, dai mercati finanziari fino alle materie prime, con alcuni prodotti agricoli come la soia le cui quotazioni sono crollate per nove giorni consecutivi e di cui l’Italia è il primo produttore europeo. Il blocco dei voli e dei trasporti si riflette inevitabilmente sulla logistica delle merci con ripercussioni per il Made in Italy che è il prodotto tricolore più esportato in Cina e anche sui viaggi, sia turistici che di lavoro.
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