Martedì 26 ottobre il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la normativa contenente modifiche alla legge regionale  5 del 2020 relativa alla disciplina delle modalità e delle procedure di concessione delle grandi derivazioni idroelettriche in Lombardia e alla determinazione del canone. Il provvedimento (il cui relatore è il Presidente leghista della Commissione Ambiente, Riccardo Pase) contiene una serie di modifiche frutto di un confronto diretto con il Governo. I cambiamenti riguardano alcuni aspetti della norma, come il procedimento per l’assegnazione di concessioni scadute, i requisiti per la partecipazione alle gare, i chiarimenti sui limiti dei poteri regionali e richiami più espliciti alla valorizzazione dei beni paesaggistici. Con l’approvazione del progetto di legge 193 ha preso quindi il via il percorso che porterà alla regionalizzazione delle concessioni: le risorse saranno dunque trattenute e reinvestite sul territorio. In breve i canoni derivanti saranno introitati dalla Regione, invece che dallo Stato, e di conseguenza porteranno benefici direttamente sui territori sui quali sono presenti le infrastrutture idroelettriche. Tra le conseguenze una riduzione del costo dell’energia per gli enti locali e le strutture pubbliche, così da correre in aiuto al sostentamento dei territori montani, nella maggior parte dei casi, sede delle grandi derivazioni lombarde, salvo poi non ricevere una compensazione adeguata. È fondamentale che i proventi dell’attività di derivazione idroelettrica restino totalmente alla montagna: una battaglia per la quale in Valle Camonica il partito leghista si è sempre battuto anche mediante il suo portavoce Davide Caparini – l’attuale Assessore al Bilancio di Regione Lombardia - che già nel corso della sua carriera da parlamentare aveva in più occasioni sollevato la questione chiedendo una distribuzione più equa delle risorse, lontana dal favorire il mero privato, ma anzi più vicina al territorio e a coloro che custodiscono quotidianamente questa preziosa risorsa.