“Incapace di intendere e volere al momento del delitto”. Questo l’esito della consulenza psichiatrica eseguita su Silvana Erzembergher, la pensionata 71enne di Treviglio che il 28 aprile ha ucciso con 4 colpi di pistola il vicino Luigi Casati, 61 anni, e con altri tre ferito gravemente la moglie Monica Leoni, 57 anni. Il pm Guido Schininà, ha chiesto la scarcerazione e valutata l’attuale pericolosità sociale dell’anziana, ne ha disposto il ricovero presso la Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, di Castiglione delle Stiviere (Mantova). L’ordinanza, con l’imminente trasferimento dal carcere, è stata comunicata a Silvana Erzembergher dal suo legale, l’avvocato Andrea Pezzotta. Per l’anziana da qui si apre un percorso di cura con una prossima verifica del suo stato di salute mentale fra sei mesi. Una scena agghiacciante quella documentata dal video fatto dai vicini, che ha fatto il giro del web. Un filmato che non lasciava adito a dubbi sulla colpevolezza della donna che con i dosso uno spolverino azzurro, armeggiava con la pistola dopo aver esploso quattro colpi contro il vicino ormai a terra in fin di vita soccorso dalla moglie, a sua volta ferita da altri tre proiettili. Una motivazione irreale quella che aveva spinto la donna all’assasinio. “Era da anni che andava avanti, aveva detto Emanuele Casati figlio della coppa. La Erzembergher si inventava le cose. Diceva che i miei le facevano i dispetti ma non c’era niente”. Parole che poi avevano trovato conferma. Sul prosieguo processuale però sin dall’inizio è apparso chiaro che peseranno le condizioni mentali di Silvana Erzembergher e le tutele dell’articolo 85 del codice penale: “Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se, al momento in cui lo ha commesso, non era imputabile ed è imputabile chi ha la capacità d’intendere e di volere”.