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NIARDO FERITO NON DIMENTICA I SUOI MORTI

Alle 19.54 il campanone della chiesa di Niardo suona per ricordare l'alluvione del 1987; 35 anni fa, il 24 agosto i torrenti Re e Cobello furono contemporaneamente intasati da un cedimento a monte. Le piante nell'alveo fecero da diga ed acqua e fango tracimarono distruggendo 14 ponti, invadendo strada e ferrovia; case ed edifici pubblici vennero squarciati dalla furia del maltempo che non risparmiò neppure vite umane. Due furono le vittime: i coniugi Antonietta Sacristani e Giovanni Pandocchi ritrovati solo giorni dopo. Sembra la cronaca – eccezion fatta per le vittime – di qualche giorno fa, neppure un mese, nella notte fra il 27 e il 28 luglio 2022 Niardo è rimpiombato in quell'incubo: una notte di fango, acqua e distruzione che non ha risparmiato nulla se non per fortuna le vite umane. Niardo però, che sta ancora curando le ferite di quello che è appena accaduto, non dimentica neppure cosa accadde 35 anni fa e in questa giornata vuole fare memoria soprattutto delle due persone che allora persero la vita. Così alle 20 sarà celebrata una messa davanti alle scuole elementari che vennero devastate dall'alluvione del 1987 e poi al cimitero verranno ricordati Giovanni ed Antonietta. Allora fu una tragedia immane, sono ancora in molti ad avere negli occhi la devastazione di allora e sono in molti a riguardare con occhi lucidi oggi il paese. E' un territorio fragile, la Valle Camonica, dal punto di vista idrogeologico. Nel corso degli ultimi decenni sono stati tanti gli interventi effettuati per mettere in sicurezza tante situazioni pericolose, come quelle che minacciano Sonico. Purtroppo a Niardo, probabilmente quanto fatto dopo il 1987 non è bastato ad evitare un altro disastro ed oggi su quella ferita che fa ancora male se ne è aperta un'altra. Non si persero d'animo i niardesi 35 anni fa e subito dopo il disastro si ritrovarono in chiesa con il parco di allora don Fausto e messi in salvo i familiari si misero al lavoro per salvare tutto il resto, né più né meno come oggi. Allora non c'era la protezione civile, nacque proprio in occasione dei disastri del 1987. Niardo, allora, risorse anche grazie ai fondi della legge Valtellina, oggi si spera nella calamità naturale. Dopo gli interventi di Regione Lombardia è l'unica via che si possa percorrere per aiutare anche i privati a sanare i danni ingenti che il maltempo di fine luglio ha di nuovo provocato.
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