I giudici della terza Corte d’Appello di Milano non hanno ascoltato argomentazioni e richieste del rappresentante della pubblica accusa. Al contrario, hanno invece scelto di confermare integralmente la sentenza di primo grado, condannando F.D.F., 22enne di Brignano Gera d’Adda a quattro anni per tentato omicidio. I fatti risalgono alla notte di Halloween del 2021 e si sono verificati alla fermata di un autobus delle linee notturne in fondo a via Mecenate, estrema periferia sud-est di Milano. Un 17enne milanese, sceso dall’autobus, stava rientrando a casa dopo aver trascorso la serata in discoteca, quando accortosi di non avere più con se il telefonino, accusava un gruppetto di ventenni, tra cui l’imputato, che viaggiavano sullo stesso mezzo, di averlo derubato di un costoso smartphone approfittando del fatto che durante la corsa si era appisolato. Il minorenne si era ritrovato in un lago di sangue colpito con quattro fendenti, di cui tre al gluteo e nella zona lombare e uno all’avambraccio. Al momento dell’arrivo dei soccorsi, il coltello a serramanico era ancora conficcato nell’arto del ragazzo, ricoverato d’urgenza in codice rosso al pronto soccorso. Dalle motivazioni della sentenza di primo grado, si evince che le coltellate del ventiduenne brignanese, che si è invece difeso sostenendo di aver agito per legittima difesa, sarebbero state potenzialmente letali, per più di una ragione: per l’utilizzo di un coltello a serramanico, per la reiterazione dei colpi inferti e perché, come hanno messo nero su bianco i sanitari, la vittima avrebbe rischiato la vita se solo i soccorsi non fossero stati immediati come per fortuna è avvenuto. Essendo rimasta immutata l’imputazione originaria, non c’è stato più motivo per modificare la misura cautelare applicata nei confronti del giovane, così costretto a restare in carcere in via Gleno.