Ha affidato la sua testimonianza ad una lettera, ricostruendo tutto quello che, come lui stesso dichiara, riesce a ricordare di quanto accaduto la tragica notte tra il 12 e il 13 giugno del 2012. In aula Antonio Franzini, 26enne di Gianico accusato dell'omicidio di Claudio Inversini, avvenuto a Mazzunno, davanti alla corte d'assise ha letto la sua dichiarazione di innocenza, scritta di suo pugno su tre fitte pagine. “Di quella sera non ricordo assolutamente nulla, ho sentito dire tante stupidaggini, per questo ho deciso di scrivere questa lettera. Voglio dire che sono innocente!” Franzini inizia subito parlando della notte dell'omicidio della quale, come lui stesso scrive, non ricorda praticamente nulla “perché completamente fatto di alcool e coca”. I primi ricordi risalgono al mattino: nel letto mentre dorme, l'arrivo dei Carabinieri che “lo buttano giù dal letto” “da lì ” continua Franzini “inizia il mio incubo, quello che vivo tutt'ora”. Il 26enne poi parla di Erika la sua ex fidanzata, che per Inversini lo lasciò; secondo gli inquirenti per lei avrebbe sparato in volto al 33enne di Mazzuno freddandolo sul colpo. “All'inizio ero arrabbiato, poi lei mi ha detto che mi voleva ancora bene, anche pochi giorni prima di essere imprigionato abbiamo fatto l'amore”. Franzini poi torna a parlare dell'omicidio, è certo di non aver nulla a che fare con quanto accaduto “perché in vita mia non ho mai usato una pistola e non ho mai fatto del male a nessuno». Nell'ultima parte della lettera il ricordo della madre, la sua morte, improvvisa, che l'ha costretto a vendere il bestiame, un cambio di vita che Franzini non avrebbe retto e che l'avrebbe portato ad abusare di sostanze stupefacenti. “Quello della droga” conclude Franzini “è un mondo bruttissimo, tutti raccontano un sacco di bugie. Per queste bugie oggi mi trovo qui, aspetto che mi capiate e mi ascoltiate perché non ne posso più, grazie per avermi ascoltato.