32,2 milioni di mancati trasferimenti che negli ultimi quattro anni non sono arrivati da Roma. Un taglio di quasi il 70% dei vecchi trasferimenti statali, che hanno portato Brescia ad essere il capoluogo, dopo Lodi, più penalizzato d’Italia. Numeri che, tradotti nel quadriennio 2010/2013, vogliono dire 170,7 euro in meno per cittadino. Almeno stando ai conti fatti dal Centro studi Sintesi di Mestre e pubblicati dal Sole 24 Ore. E la Valle Camonica non ne è esente.  Il comune che in assoluto è stato colpito di più dai tagli del Governo,  per la provincia di Brescia è Ponte di Legno, seguito da Temù terzo a livello provinciale nella classifica dei più colpiti dalla scure del Governo. A sottolineare il problema il deputato camuno della Lega Nord Davide Caparini che scongiura anche l'abolizione dei comuni sotto i 5 mila abitanti. La Lega Nord denuncia quindi che dopo il Governo Monti e dopo Letta, anche quello di Renzi non avrebbe risparmiato i comuni dalla scure, anzi. I tagli hanno riguardato tutti, ma non nella stessa misura. A rimetterci di più sono stati gli abitanti di Ponte di Legno, che negli ultimi tre anni hanno «perso» pro capite 288,5 euro, precedendo i residenti di Limone del Garda, che dallo Stato si sono visti riconoscere 269 euro in meno a testa. 216 euro in meno per abitate a Temù. 171 a Corteno Golgi. Soldi in meno dunque nelle tasche dei comuni e quindi dei singoli cittadini, che però, sottolinea ironicamente il presidente della Provincia di Bergamo Ettore Pirovano, hanno avuto gli 80 euro in busta paga. “Ma quegli 80 euro stanziati dal Governo Renzi, derivano dall'aumento delle tasse a cui i comuni sono stati costretti in seguito ai tagli.” “Un moto perpetuo - conclude il leghista Pirovano -che fa in modo che tutti pensino di avere avuto un vantaggio ma alla fine l'unico che ha avuto un vantaggio è lui.”