Alle comunità montane vengono destinati contributi dalla Regione, sempre più esigui. Questo a causa dell'azzeramento delle risorse statali per garantire il funzionamento di questi enti territoriali istituiti nel 1971 per valorizzare le aree montane e l'esercizio associato delle funzioni. Questi enti però, inizialmente sostenuti dallo Stato, oggi sopravvivono solo grazie a trasferimenti da altri enti come Bim e comuni. Se si considera che, a fronte di un bilancio pari a 90 mln di euro di spese correnti e di personale, la Regione per il 2014 ha destinato alle 23 comunità montane lombarde, un contributo pari 12 mln di euro, decurtato per il 2015 a 10 mln, si capisce qual'è il destino che si disegna per questi enti. La loro soppressione però comporterebbe non solo problemi nella gestione dei servizi e nello sviluppo omogeneo dei territori montani, ma anche un ricollocamento di personale non indifferente che se trasferito verso le Regioni andrebbe a costare oltre 17 mln di euro. Per questo il consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno che invita la Giunta regionale  a garantire la prosecuzione delle attività di tutte le Comunità Montane, anche con lo stanziamento di risorse finanziarie tali da permettere alle Comunità il superamento di eventuali difficoltà di bilancio. Soddisfatto il consigliere regionale Fabio Fanetti, del gruppo “Maroni Presidente, per un documento che pone l'attenzione su enti che si trovano in forte difficoltà finanziaria, al punto da non riuscire ad approvare i bilanci di previsione, rischiando di conseguenza il commissariamento da parte della Regione. Il documento impegna la Giunta ad impegnarsi per stanziare risorse che tutelino la montagna e questi enti, soprattutto quelli che presentano lievi squilibri di bilancio che non consentono loro si approvare i bilanci di previsione per il 2015.