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1202 PM CHIEDE MASSIMO DELLA PENA
E' accusato di omicidio plurimo e detenzione illegale di armi e munizioni, il 27enne albanese reo confesso dell'omicidio, nella notte del 4 novembre 2014 a Tirana in Albania, dell'imprenditore bergamasco Giampaolo Azzola. Il giovane quella notte insieme ad altri due giovani arrestati, avrebbe fatto irruzione in un locale notturno della città armato e avrebbe cominciato a sparare uccidendo anche tre connazionali di 36, 38 e 19 anni, tutti residenti della capitale albanese. Il 55enne bergamasco come unica colpa ha avuto quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Si trovava nel night in compagnia di un amico quando è avvenuta la sparatoria e un proiettile vagante lo ha colpito al petto. Giampaolo Azzola è morto subito dopo durante il trasporto in ospedale. Il 24enne Kostatntin Huvani, figlio dell'ex parlamentare socialista Luiza, e gli altri giovani, un 24enne Erald Aids e il 19enne Bellcj Albano, sono stati fermati subito dopo. Il 27enne messo sotto torchio dagli inquirenti 24 ore dopo ha confessato senza però chiarire i moventi della strage. I suoi legali avevano chiesto per il giovane il rito abbreviato ed una riduzione della pena, ma nell'udienza di questo martedì il pm ha invece chiesto il massimo della pena, pari a 35 anni di carcere, considerando anche la precedente pena sempre per omicidio nel 2011 a carico del 27enne. La prossima udienza è fissata per il 23 febbraio. A chiedere giustizia non sono solo le famiglie dei tre albanesi uccisi, ma anche quella di Giampaolo Azzola, che da alcuni anni aveva lasciato la Valle Seriana per trasferirsi a Tirana dove portava avanti una ditta di import-export.
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