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1044 A SONICO UN LUOGO DEL RICORDO
La polveriera di Sonico venne ipotizzata fin dal 1906 ed è soprattutto nelle seconda guerra mondiale che la sua storia diventa tragicamente importante. I partigiani dal Mortirolo effettuarono numerose incursioni per capire l'effettiva presenza di armi, esplosivi e munizioni. Il 28 marzo 1945 alcuni partigiani furono incaricati di scendere ad avvisare la popolazione, tramite i parroci di Garda e di Rino, che gli alleati stavano per bombardare la polveriera dove era conservato arsenale bellico tedesco. Intorno alle 13.00 del 29 marzo 1945, giovedì santo, la polveriera viene bombardata. Da allora sul luogo è rimasto lo scheletro di quello che era luogo di morte. Ora la polveriera è stata restaurata, lasciando lo scheletro a cielo aperto così come è stato visto per 70 anni da chi passa sulla strada tra Sonico e Rino. Nel giorno della festa della Repubblica quel luogo viene restituito alla storia ed alla memoria ed entra nel grande circuito memorialistico dei luoghi del ricordo. Quello che oggi si può vedere è un edificio di 66 metri quadrati: con un'apposita convenzione del 11 ottobre 2012,viene stipulato con il Comune di Sonico un protocollo dintesa per lutilizzo da parte dellAssociazione Fiamme Verdi dei terreni e dellimmobile per una durata di 7 anni. Inizia così il progetto reso possibile grazie al contributo della stessa Amministrazione di realtà pubbliche e private che hanno creduto nella sua valenza. Il progetto di questo particolare luogo del ricorso è quello di salvaguardare ciò che rimane delledifico noto come ex. Polveriera di Sonico: per questo si è ritenuto di fare un restauro conservativo, ovvero mantenere il manufatto così come oggi si trova. Quindi conservare e tutelare il luogo come punto di partenza per conservare e tutelare i ricordi locali che devono emergere ed unirsi ai ricordi di altri luoghi che hanno un vissuto simile. Il ricordo del bombardamento come episodio generativo del Luogo del Ricordo che entra di diritto nel circuito dellEcomuseo della Resistenza in Mortirolo. La scultura in acciaio all'esterno è opera di Fabio Peloso, che aha rappresentato come dal caos e dalle «brutture» della guerra, dal cumulo di macerie nascano tre figure che rappresentano tre forme di Resistenza al Nazifascismo. Il restauro è opera dellarchitetto Pietro Capussela che ha pensato ad un luogo dove la spiritualità, ricordata da ciò che è rimasto dopo il bombardamento, fosse in contrasto con la materialità dei muri e dei ruderi, luogo di memoria, vero e proprio centro di cultura democratica, a pieno supporto dell'educazione alla cittadinanza. Soggetti promotori sono il Museo della Resistenza di Sant'Anna Stazzema, il Museo Cervi, il Museo Diffuso di Torino; Casa-museo di Facio, il Museo audiovisivo della Resistenza, il Museo della Brigata Val di Vara, il Museo della Deportazione di Prato, il Museo della Fine della Guerra di Dongo e le Stanze della Memoria di Siena.
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