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L'UNICA CHIESA DI PIETRO E PAOLO

La Chiesa celebra il 29 giugno la solenne memoria dei Santi Pietro e Paolo, uniti nel ricordo della liturgia e della festa religiosa, distanti per età, cultura, zone geografiche di attività pastorale, ma uniti alla fine dallo stesso martirio per testimoniare quel Cristo per il quale entrambi avevano cambiato profondamente e radicalmente la propria vita. Pescatore e lavoratore l'uno, senza cultura se non quella manuale di cui Pietro, Cefa secondo la tradizione ebraica, era dotato; scuola rabbinica e multilinguismo, ebraico, aramaico, greco e latino, con cittadinanza ebraica e latina per Paolo, convinto e tenace assertore del messianismo non compiuto e dunque persecutore di questi nuovi uomini e donne che seguivano un Cristo crocifisso. Le due forze, entrambe tenaci e ispirate ad una profonda fede, un giorno si incontrano: di Paolo, persecutore fanatico, non si fidano Pietro, Giacomo, Giovanni e gli altri. A Gerusalemme, dopo la sua conversione, decidono di dargli fiducia e gli affidano la missione più dura: predicare il vangelo agli infedeli, ai pagani, agli incirconcisi. Paolo parte per i suoi 4 viaggi missionari, perché la sua guida era quel Gesù che lo aveva atterrato da cavallo sulla via di Damsco. Pietro si fiderà sempre di lui fino ad incontrarlo a Roma dove, dal 64 al 67 dopo Cristo, secondo la tradizione, entrambi hanno dato la vita per quel Gesù per il quale avevano cambiato radicalmente esistenza. Esperienze diverse, culture diverse, sensibilità diverse, metodologie diverse, ma alla fine Pietro e Paolo sono diventati il fondamento del cristianesimo. Nell'omelia della festa delle due grandi colonne della Chiesa cattolica e del cristianesimo il vescovo Luciano Monari ha sottolineato l'importanza della diversità che si è fatta complementarietà nella lunga storia della Chiesa, alla quale guardare oggi come un modello da seguire. Le cerimonia dell'Eremo, particolarmente solenne e curata anche dal punto di vista liturgico in tutti i particolari, per dare quella degna lode a Dio tramite i suoi due grandi santi, è stata anche l'occasione per la benedizione dell'opera del pittore brenese Carlo Alberto Gobetti che ritrae Giovanni Paolo II il 16 luglio 1988 quando, dall'Adamello, mandò una speciale benedizione all'Eremo perché casa di spiritualità e preghiera intitolata alle due colonne della Chiesa: Pietro e Paolo.
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