La Morra è uno dei giochi più antichi e appassionanti tra la gente semplice, nelle campagne e nelle osterie, in Italia e tra gli emigranti italiani all'estero che venivano apostrofati, ad esempio, in Svizzera, con il termine dispregiativo di “Cincali”, dal famoso “cinq” chiamato dai giocatori di morra. Se un tempo era gioco considerato d'azzardo, oggi è diventato gioco studiato, coltivato, con regole precise, al punto che la Federazione Italiana Giochi e Sport tradizionali del Coni la annovera come disciplina sportiva. E come tale, ha i suoi campionati, tra cui quello nazionale, vinto nell'estate 2015 da Giamnbattista Turla, Giamba per tutti, di Piancamuno, ad Acqualunga di Pesaro-Urbino con tre partite di cui la prima persa, le altre due vinte nettamente sul suo forte avversario e amico di gioco. Turla è iscritto al più grande club italiano di giocatori, quello di Barbariga nella pianura bresciana. Ogni giocatore di morra, come in tutti i giochi antichi, ha i suoi segreti che non vengono svelati, ma che i più abili sanno cogliere. Un aspetto speciale del gioco, che ha reso famosi gli emigranti italiani che giocavano a morra, è proprio il linguaggio usato: da iniziati e del tutto speciale. Domenica 13 settembre all'Oratorio S. Stefano di via Follo a Costa Volpino ci sarà il primo memorial “Tarcisio Tomasi”, gara di morra a coppie, in collaborazione con la Compagnia della Mora, con inizio alle ore 14.30 e la conclusione, con premiazioni e cena finale, attorno alle 19.00.