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CONFERMATO L'ERGASTOLO PER IACOVONE

Sono innocente non ho ucciso io i miei figli, c'è stato un incendio, io non c'entro con la loro morte. Era in aula questo venerdì Pasquale Iacovone e ha provato a difendersi dall'infamante accusa che gli pesa addosso: quella di aver ucciso il 16 luglio 2013, nella casa di Ono San Pietro dove viveva in affitto dopo la separazione dalla moglie, i suoi due figlioletti, Davide ed Andrea di 9 e 12 anni. Ma la sua difesa non è servita a niente: i giudici hanno confermato la sentenza di primo grado: ergastolo. Con il volto coperto da una maschera per riparare le ustioni Pasquale Iacovone era presente in aula e per la prima volta dopo i fatti ha incrociato lo sguardo della ex moglie, Erica Patti, a cui aveva giurato di farla pagare, a causa della separazione.  Secondo i giudici Iacovone soffocò i figli prima di appiccare l'incendio all'abitazione. Una vendetta nei confronti dell'ex moglie che continuava a tormentare (Iacovone è infatti anche stato condannato per stalking). Per i giudici e per gli inquirenti l'uomo non è stato in grado di accettare la separazione dalla moglie e la sua nuova relazione, da qui le molestie, le minacce, gli episodi di stalking e per la vendetta più atroce più volte annunciata: “L’unico modo per farti del male è far del male ai tuoi figli - le scrisse - Adesso me li porto via 15 giorni al mare e non li vedrai più. Li ammazzo”. Così ha fatto quel 16 luglio 2013. Li ha soffocati e poi ha dato fuoco alla casa probabilmente per simulare un incidente. In quello stesso rogo Iacovone restò gravemente ustionato. Dopo mesi di ricovero in ospedale a Padova, venne trasferito nel carcere di Opera dove è tuttora detenuto. Presente, come detto, in tribunale, Iacovone ha lasciato l'aula pochi minuti prima che venisse pronunciata la sentenza. Fuori dal tribunale anche questa volta numerose persone che hanno sostenuto mamma Erica e i familiari di Andrea e Davide e la loro battaglia, che proseguirà con l'associazione Dieci perché fatti come questo non accadano più. a famiglia dei bambini ha accolto con grande commozione e soddisfazione la sentenza. Davide ed Andrea non saranno restituiti, ma almeno giustizia è fatta. Ora, come è probabile che accada, a Iacovone non resta che la Cassazione.
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