Le sorelle di Giuseppe Ghirardini, l'operaio 50enne della Bozzoli di Marcheno trovato morto attorno alle 14.00 di domenica 18 ottobre alle Case di Viso di Pezzo di Ponte di Legno, rompono il silenzio ed affidano ad un comunicato stampa le loro dichiarazioni su come vengono interpretate le vicende che vedono coinvolto il fratello Beppe nel caso della scomparsa di Mario Bozzoli, contitolare dell'azienda in cui lavorava Beppe. Nel comunicato stampa, alla luce di quanto emerso dall’autopsia, le sorelle di Beppe escludono categoricamente l’ipotesi del suicidio. “Da buon cacciatore – dicono – se avesse voluto farla finita lo avrebbe fatto sparandosi un colpo di fucile nel bosco vicino casa, senza dover percorrere cento chilometri e porre fine alla sua vita in un modo cosi sofferente e doloroso. Inoltre, aveva un carattere troppo solare e semplice – dicono i famigliari nel comunicato - aveva troppa voglia di abbracciare suo figlio che non vedeva da cinque anni e che aspettava per Natale”. Beppe era separato di fatto dalla moglie brasiliana che era tornata a vivere nella sua terra portandosi il figlio avuto da Ghirardini. La famiglia conclude il proprio comunicato con una dichiarazione nella quale confida nelle indagini degli inquirenti che sicuramente faranno emergere la verità. Ora sorelle, fratelli e amici intimi aspettano solo che la magistratura dia il nulla osta alla salma per poter svolgere il funerale del loro congiunto senza clamori né riflettori. IL caso comunque si presenta come complesso, anche secondo le dichiarazioni del Procuratore Capo di Brescia Tommaso Buonanno: ci vorrà tempo per cercare di stabilire perché nello stomaco di Ghirardini sia stato trovato un involucro di 4 centimetri per 2 di spessore, della forma di un raviolo, contenente cianuro, veleno potentissimo e mortale: Ghirardini l'ha ingerito volontariamente o vi è stato costretto? Nel primo caso perché l'avrebbe fatto? E nel secondo caso chi lo avrebbe costretto e perché? La ex-moglie di Ghirardini ha incaricato l'avvocato marino Colosio di assumere la difesa della sua famiglia: l'avvocato ha effettuato un sopralluogo in gran segreto alle Case di Viso per valutare l'ambiente nel quale Ghirardini ha lasciato l'auto, una Suzuki Gran Vitara, parcheggiata lungo lo sterrato della Tonalina e trovata la sera del 16 novembre. Sul versante principale dell'inchiesta, che riguarda la sparizione di Mario Bozzoli dalla sera del 8 ottobre, si apprende che l'anatomopatologa Cristina Cattaneo, la stessa esperta che ha condotto le indagini nel caso Yara Gambirasio, ha fatto compiere un'accurata esplorazione dei forni della ditta, spenti su ordine del pm Alberto Rossi che coordina le indagini, per permettere eventuali reperti biologici che possano riportare a Mario Bozzoli.