Emergono nuovi dettagli sulla maxi frode fiscale, scoperta dalla guardia di finanza di Sarnico al termine dell'operazione denominata Golden Brick, ovvero mattone dorato. Al centro una società con sede a Milano ma gestita da un bergamasco. Si tratta di un 45enne di Credaro che già in passato era finito nei guai per reati di questo tipo. Anche il legale rappresentante della società, un 64enne di Milano, risultato essere un prestanome, è finito al centro delle indagini e dovrà rispondere di molti reati tributari, così come 2 commercialisti, uno di Milano e uno di Brescia, la loro segretaria e due bresciani, di Coccaglio, che emettevano le fatture false. Insieme avevano costruito un sistema illegale nel mondo delle costruzioni. Azzeravano gli utili ed evadevano l'Iva, contabilizzavano costi che non c'erano grazie a fatture false, nella compilazione dei modelli (F24) di pagamento dei contributi assistenziali e previdenziali indicando crediti I.V.A. ed I.R.Pe.F. inesistenti, in modo tale che i lavoratori si trovavano i contributi versati all’I.N.P.S. ed all’I.N.A.I.L., che però, anziché essere pagati dalle società per cui lavoravano, erano in tal modo pagati dallo Stato, cioè dai cittadini. Una volta scoperti, nell’ultimo anno d’imposta, a fronte di volumi d’affari conseguiti dalle società, rispettivamente, di 10 e di 11 milioni di euro, gli autori della frode hanno del tutto omesso di presentare le dichiarazioni fiscali. Ora rischiano tutti fino a 6 anni di reclusione.Il danno all’Erario è stato quantificato in oltre 49 milioni di euro di imponibile non dichiarato ai fini delle imposte sui redditi. A quasi 10 milioni di euro ammonta l’I.V.A. evasa e circa 7 milioni di euro sono i crediti d’imposta fasulli utilizzati per compensare i contributi previdenziali e assistenziali su ben 350 lavoratori dipendenti. Le attività investigative disposte dalla Procura di Milano e avviate nel marzo dell’anno scorso, si sono svolte dal 2012 al 2015 attraverso perquisizioni nei locali, analisi dei documenti e computer, accertamenti presso società che hanno avuto rapporti con quelle indagate.