Oltre 51 milioni di euro. A tanto ammonta la somma che Via Tasso deve corrispondere allo Stato nel 2016. I conti definitivi sono stati fatti in questi giorni, con gli ultimi aggiornamenti sui «contributi alla finanza pubblica» dovuti dalle Province, il che significa la riduzione al lumicino delle chance, per l’ente, di «fare politica», nel senso di gestire in autonomia le proprie entrate. E' pur vero che qualcosa torna, in arrivo infatti c’è un contributo di 5,1 milioni per viabilità ed edilizia scolastica. Ma di fatto quell’esborso di 51 milioni prosciuga circa il 65% dei grossomodo 80 milioni che a Via Tasso entrano da Imposta provinciale di trascrizione e Rc auto. La brusca “pewrdita” per le Province era iniziata nel 2012 con le prime misure del governo Monti. Toccò poi, nel 2014, al famoso decreto degli «80 euro», che anche a questi enti (all’epoca appena riformati dalla legge Delrio) chiedeva un impegno di «spending review» (sulla spesa corrente, ma anche sul milione circa risparmiato dalla mancata indennità degli amministratori). A far saltare il banco, però, è stata la legge di stabilità approvata a fine 2014, che prevedeva un taglio sul sistema Province di circa 1 miliardo sul 2015, 2 miliardi sul 2016 (poi «ammorbiditi» con diverse misure per evitare il collasso generalizzato), 3 sul 2017. Il sommarsi dei provvedimenti degli ultimi anni ha fatto sì che nel 2015 il «contributo» girato da Via Tasso a Roma fosse di circa 37 milioni, salito quest’anno a 51 (per il 2017 si parlerebbe di 74 milioni). Come dicevamo «Una parte di questi soldi verrà restituita dallo Stato, per esempio per interventi su strade e scuole, e potrebbe contribuire a mantenere in equilibrio il bilancio - precisa il delegato ai conti di Via Tasso, Franco Cornolti -. Stiamo chiudendo proprio in queste settimane le valutazioni, la situazione è un po’ migliorata rispetto al “buco” iniziale di 10 milioni. Certo, nell’incertezza di questi mesi abbiamo dovuto procedere con il bilancio provvisorio, quindi senza la possibilità di pianificare. Abbiamo garantito i servizi essenziali, messo in campo anche qualche intervento grazie alla vendita, l’anno scorso, della caserma dei vigili del fuoco, ma ci sono poche possibilità di muoversi con scelte strategiche»