Sparano a tutto, impunemente, e così succede che spesso e volentieri colpiscano anche specie protette, negli anni scorsi hanno impallinato e ferito o ucciso aquile, gheppi, falchi, astori, gufi. Ma questa volta sono davvero andati oltre. Sono 80 i pallini da caccia che i veterinari dell'Oasi di Valpredina hanno individuato nel corpo di un ibis eremita - specie migratrice presente in Europa centrale fino al XVII secolo, poi estinta e reintrodotta recentemente attraverso un progetto della Unione Europa da Austria, Italia e Germania – trovato morto questa domenica a Darfo Boario Terme, nella zona di Angone. Stava migrando ed era dotato di rilevatore. Lo hanno trovato le guardie del WWF Lombardia, allertate già da venerdì poiché il trasmettitore GPS di cui sono dotati questi uccelli segnalava che non si stava muovendo. Lo hanno trovato in una radura, morto impallinato. Enno, questo il suo nome, faceva parte di un programma europeo di reintroduzione dell'ibis eremita. Le reazioni a quanto accaduto in Valle Camonica – zona non nuova come già detto ad episodi di bracconaggio ai danni di fauna selvatica protetta – sono state tante e si sta lavorando a 360 gradi per trovare il responsabile di questo atto impossibile da definire e di una gravità inaduita tanto che domani in consiglio regionale verrà chiesto di chuidere la caccia nelle valli bresciane. Non è la prima volta, infatti, che in zona si verificano atti di bracconaggio grave, i dati sul fenomeno nelle nostre valli superano di dieci volte quelli del resto del paese. Sono a decine, ogni anno, gli animali curati presso i CRAS della zona. E questa volta si è davvero esagerato. Questo ibis non è stato colpito per caso dicono gli esperti, ha talmente tanti pallini in corpo che gli hanno scaricato addosso una o più fucilate. Impossibile anche confodere questo animale con altre specie. Insomma è tempo di fare qualche riflessione. In Lombardia come nel resto d’Italia – dicono dal WWF - è in atto una vera e propria carneficina. Chiederemo alla Regione Lombardia di valutare urgentemente l’opportunità di sospendere la caccia nella aree martoriate da un bracconaggio oramai non più tollerabile. Invieremo anche alla Commissione Europea una relazione dettagliata sul bracconaggio nella Provincia di Brescia». Ciò che è accaduto in questi giorni in Valle Camonica è estremamente grave. Enno, l'ibis abbattuto faceva parte di un programma di reintroduzione europea. Nel 2013, infatti, di questa specie si contava un solo esemplare. Il progetto Waldrapptem è il primo tentativo, su base scientifica, di reintroduzione di una specie migratrice nella sua area di origine. Purtroppo episodi come quello di questi giorni in Valle Camonica non sono isolati. Nel 2014 due ibis eremita furono uccisi a Livorno da un cacciatore che venne individuato e condannato. Un altro ibis è stato ucciso nel settembre di quest'anno in provincia di Vicenza. Nel 2005 un grifone fu ferito sempre in provincia di Brescia e curata al CRAS di Valpredina. Il giovane Enno era partito da Salisburgo sarebbe probabilmente arrivato ad Orbetello.