Doveva colpire in Italia per punire il nostro Paese dell'intervento in Libia. Ben Dhiab Nasredine, il tunisino 23enne residente a Edolo espulso questo giovedì mattina dall'Italia con un volo per Tunisi, secondo quando riporterebbe una nota del Viminale, non era solo radicalizzato e simpatizzante all'Isis, ma era anche in contatto con ambienti legati al terrorismo, per compiere nel nostro Paese attentati simili a quelli compiuti in Francia e in Belgio durante il 2016. Secondo i risultati delle attività investigative operate con la collaborazione internazionale e dei servizi di intelligence, il 23enne avrebbe ricevuto indicazioni in questo senso, da un foreign fighter marocchino, già domiciliato nel milanese, con il quale era in contatto tramite social network. Da qui, per la sicurezza dello Stato, l'espulsione immediata, appena la Digos di Milano e la Questura di Brescia, con la collaborazione dei carabinieri di Edolo, sono arrivati a lui. Pare che al momento dell'arresto il 23enne sia rimasto in silenzio, mentre l'appartamento è stato controllato attentamente. Ben Dhiab Nasredine da tempo era sotto osservazione, da quando l'8 ottobre 2015, aveva lasciato Edolo, in via Fonatti 8 dove risiedeva la sua famiglia in via Fonatti 8, per tornare in Tunisia. Ma al suo rientro in Italia, il 15 agosto scorso, non avrebbe fatto seguito la registrazione all'anagrafe locale e aveva manifestato lintenzione di lasciare lItalia quanto prima per unirsi allo Stato Islamico. Gli investigatori hanno tracciato un profilo pericoloso di un giovane intento a diffondere video e messaggi dell'Isis e a fare propaganda jiahadista. A EDOLO TUTTI LO CONOSCEVANO La notizia ha gettato la comunità di Edolo ma non solo, l'intera Valle Camonica, nella consapevolezza di quanto sia vicina la minaccia del terrorismo e di quanto sia difficile da arginare poiché già tra noi, nelle case accanto alle nostre. Comprensibile lo sgomento a Edolo, dove il 23enne ha frequentato la scuola media e parte delle superiori e dove veniva spesso visto girare per il paese. Nessuno sospettava potesse pianificare attentati anche se pare che in molti fossero a conoscenza del timore del giovane di morire in terra non islamica, in terra di infedeli. Un caso che rimanda al 2012 quando il marocchino 20enne Mohammed Jarmone era stato espulso da Niardo, sempre con l'accusa di pianificare atti terroristici. L'attenzione è alta in tutta Italia, dopo i fatti di Berlino di Natale e dopo l'uccisione a Milano dell'attentatore e in provincia di Brescia, le indagini sono particolarmente serrate, per via dei numerosi episodi degli ultimi anni, che hanno portato all'espulsione di diversi soggetti. Ultimo un kosovaro a fine novembre è stato rimpatriato sempre per via di un preoccupante processo di radicalizzazione. Nell'ultimo anno sono 66 le persone espulse dal territorio italiano, 132 dal 2015 ad oggi.
