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CHIESTO L'ERGASTOLO PER CADEI

Ieri nell'udienza del processo nei confronti di Elio Cadei è stato discusso il caso dell'omicidio di Simona Simonini, avvenuto a Zurane di Provaglio d’Iseo il 17 novembre 2015: nei confronti di Cadei l’accusa ha chiesto la pena dell’ergastolo, nel processo che si sta celebrando con rito abbreviato. Per la difesa si tratta di un caso di seminfermità mentale, e sono state comunque chieste le attenuanti generiche. Ieri in aula non sono però intervenuti solo il pm Carlo Milanesi, l’avvocato di parte civile Luca Broli e il difensore di Cadei, avvocato Gianfranco Abate. Sono stati sentiti anche il perito del gup, Sergio Luca Monchieri e il consulente della difesa, Giuseppe Rossi. Nelle conclusioni il perito, parlando di Cadei, ha affermato che emergono tratti di personalità emotivamente instabile che non raggiungono la rilevanza di un effettivo disturbo. Con riferimento poi alle sostanze d’abuso viene specificato che l’assunzione è avvenuta in forma spontanea, in piena consapevolezza di eventuali rischi e conseguenze derivanti dallo stato di intossicazione. Pertanto, ha concluso il perito del pm, sebbene al momento dei fatti contestati l’imputato potesse trovarsi in stato d’intossicazione da sostanze multiple, è da ritenersi in pieno possesso della capacità sia d’intendere che di volere. Il consulente della difesa ha invece affermato che per quanto attiene alla capacità di intendere e di volere all’epoca del fatto-reato bisogna considerare che il controllo dell’impulsività e la disregolazione emotiva, amplificate dall’abuso di alcol e sostanze, hanno compromesso non tanto la capacità d’intendere, quanto quella di volere. Quindi si tratterebbe di una condotta-sintomo del grave disturbo di personalità. Anche nel dibattimento di ieri l'imputato Elio Cadei ha continuato a sostenere di non ricordare quanto accaduto nelle ore che precedettero la morte della convivente. A provocare la morte di Simona Simonini furono botte, lesioni e asfissia. Ora rischia rischia l'ergastolo e, se ritenuto colpevole, la pena non potrà essere ridotta nemmeno per effetto del rito. Mercoledì 1 marzo è attesa la sentenza da parte del Gup Elena Stefana.
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