Sputano due testimoni nel caso della scomparsa di Sara Capoferri, due persone che avrebbero visto la 37enne di San Pancrazio di Palazzolo, a Berlingo dove è stata trovata bruciata l'automobile della donna, mercoledì mattina 22 febbraio, ovvero il giorno dopo la scomparsa. Un uomo che passava di lì in bicicletta e che abita vicino al laghetto dei cigni, l'avrebbe vista camminare agitata nei campi attorno al laghetto della cava Gatti l'avrebbe riconosciuta in fotografia mentre un altro uomo l'avrebbe addirittura aiutata a parcheggiare la macchina nel campo nonostante la ruota buca, la stessa macchina che prenderà fuoco giovedì. Testimonianze che sono al vaglio dei carabinieri che avvalorerebbero la tesi di un allontamento volontario, anche se i cani molecolari, nei pressi della macchina, non hanno fiutato tracce della donna ed è per questo che le ricerche sono riprese questo giovedì, nella stessa zona, con i cani indirizzati nei punti indicati dai testimoni, dove potrebbe essere passata la donna. I cani avrebbero fiutato qualcosa, salvo poi fermarsi senza proseguire. Anche il laghetto è stato di nuovo scandagliato dai sub. Insomma le ricerche ripartono dall'auto, quell'auto dove Sara in passato, era stata trovata in stato di ipotermia una volta e in stato di incoscienza un'altra volta, durante quelli che sarebbero stati, secondo quanto raccontato dalla madre, due precedenti tentativi di togliersi la vita. Allora Sara era stata salvata e la preoccupazione era durata un paio di giorni. Ora l'angoscia che dura da 10 giorni, avrebbe spinto i genitori a rivolgersi ad un sensitivo di Sarnico che avrebbe invitato a cercare la donna, che sarebbe viva, in una cascina di Verolanuova. Non mancano quindi tutti gli ingredienti di un vero giallo che sta tenendo con il fiato sospeso moltissime persone. Ad attendere più di tutti Sara a casa, a Monte Isola dove si trova con la nonna, è la figlia 15enne della 37enne, l'ultima ad avere parlato al telefono con la mamma che le annunciava di stare per tornare a casa.