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1101 IL GIALLO DI ZANOTTI CONTINUA
L'ultima chiamata. Così scrive da un profilo facebook con il nome di Abu Jihad, chi ha contattato la nostra redazione dicendo di avere immagini e notizie di Sergio Zanotti, il 56enne di Marone, partito per la Turchia lo scorso aprile, per trovare finanziatori per un amico imprenditore della Valle Camonica, e ricomparso a novembre in un video lanciato on line da un sito russo, che lo ritraeva minacciato di morte e preso in ostaggio. L'appello lanciato da quello che si dichiarerebbe come un gruppo criminale vicino agli estremisti dell'Isis che terrebbe in ostaggio altri turisti da altre parti di mondo, torna a rivolgersi al Governo italiano che secondo quanto scrive Abu Johad, che sostiene di essere un simpatizzante dell'Isis, non si curerebbe dei suoi cittadini tanto da non attivarsi per la loro liberazione. Nel video l'uomo appariva in ginocchio, con il rapitore alle sue spalle che pare costringerlo a dichiarare di essere prigioniero in Siria da sette mesi e a sollecitare quindi il Governo italiano ad intervenire, per evitare la sua esecuzione. Oltre a quell video, ci sarebbero altre foto, alcune inviate alla nostre redazione, e altri filmati che testimonierebbero il rapimento e che proverebbero che Sergio Zanotti è stato davvero rapito in Sira. Peserebbe inoltre un'ultimatum. Da parte delle forze dell'ordine sul caso c'è un silenzio stampa dovuto ai numerosi dubbi espressi da fonti dell'intelligence sulla veridicità del rapimento, dubbi sia sul video che non sembrava girato in Siria e non ricalcava il modus operandi dell'Isis, sia su un eventuale richiesta disperata di denaro che potrebbe vedere l'imprenditore coinvolto in un finto rapimento. Ma sono solo ipotesi su cui c'è il più stretto riserbo. La Procura di Brescia ha aperto un'inchiesto parallela a quella romana, la Farnesina indaga e l'unità di crisi resta in contattato con i famigliari, in attesa di venire a capo di questo giallo.
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