Pamoya, in swahili, vuol dire "insieme" e quello che l'associazione con sede a Malonno che porta questo nome (nata per sostenere la missione di don Tarcisio Moreschi e Fausta Pina in Tanzania) sta facendo è proprio quello di camminare insieme a questa popolazione e creare insieme alla gente della Tanzania qualcosa che sia importante per il futuro di questo stato africano.Hanno realizzato strutture per l'attività religiosa e sociale, hanno costruito una chiesa che è il fulcro della missione, ma anche un ospedale, orfanotrofi, un centro di riabilitazione, hanno creato scuole materne e si occupano della popolazione che nei villaggi ha ancora bisogno di aiuto. Il fiore all'occhiello di Pamoya in Tanzania è l'ospedale di Ikelu, un'eccellenza per gli standard sanitari locali. Questo anche grazie al sostegno ed al contributo di tante professionalità italiane, medici ed infermieri che qui trascorrono del tempo accanto al personale locale.Quello che sta procedendo con grande soddisfazione riguarda gli stage per i neolaureati in infermieristica della facoltà di medicina dell'Università di Brescia un progetto già avviato nel 2018. I due laureati che avranno una borsa di studio saranno seguiti dall'ostetrica Marta Scarzella a cui grazie alla generosità di Evaristo Facchinetti sarà possibile riconoscere un piccolo rimborso. Senza il suo contributo dunque non sarebbe stato possibile continuare con il progetto. E sarebbe stato davvero un peccato visto che proprio grazie a questi scambi l'ospedale sta crescendo ed ora anche il personale africano è più sicuro e qualificato. L'Associazione Pamoya per questo ospedale ha fatto anche molto altro. Grazie alla collaborazione con la GEI di Berzo Demo è stato realizzato un impianto fotovoltaico che permette l'autonomia energetica dell'ospedale che non viene garantita dalla rete nazionale. Ed ora sempre con la GEI c'è un altro progetto.