Questo martedì si sono svolte le autopsie sui corpi di Mara Facchetti e MoustafaEl Chani. La ricostruzione dell'omicidio suicidio fatta dagli inquirenti è abbastanza chiara ma l'esame autoptico sui corpi servirà a chiarire gli ultimi dubbi. Brandico è ancora un paese sotto choc per quanto avvenuto. Mara Facchetti era nata e cresciuta in paese e dopo il divorzio aveva smarrito la strada, ma ora stava cercando di riprendere in mano la sua vita e per questo voleva lasciare quell'uomo con cui da un paio di anno aveva una relazione turbolenta. Sullo sfondo dell'omicidio suicidio, un movente passionale ma anche la drogra. Il 32enne Moustafa El Chani infatti era conosciuto dalle forze dell'ordine per alcuni precedenti legati alla droga e al furto. Sarà l'autopsia a rivelare se anche quella notte in cui ha commesso il delitto, quando al termine di una lite, ha ucciso a calci, pugni e bastonate la 46enne di Brandico e l'ha abbandonata nei campi di Brandico, era sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Dopo l'omicidio ha vagato a piedi per ore, senza sapere cosa fare, fino a quando all'alba si è impiccato ad un palo di un parco pubblico di Azzano Mella. In quelle ore delirante pare che l'uomo abbia anche inviato un messaggio vocale alla madre di Mara in cui le spiegava quello che aveva appena fatto. A distanza di cinque giorni dal delitto pare che nessuno abbia rivendicato la salma dell'uomo, che rimane all'obitorio del Civile a disposizione della Magistratura. Il sostituto procuratore Carlotta Bernardini ha disposto l'autopsia per poter chiudere il caso. Mara Facchetti lascia nel dolore la madre, con la quale era tornata a vivere fino a poco tempo fa, un fratello e una bambina piccola, ora affidata alle cure del padre. Moustafa El Chani, irregolare in Italia e senza una residenza, pare che invece non avesse parenti nel bresciano e forse nemmeno in Italia e pare che dal Marocco ancora non siano arrivate richieste di informazioni.