Sono solo 16 i comuni bergamaschi che resistono al passaggio a Uniacque, riconoscuto come gestore unico in provincia del sistema idrico integrato. 15 in Valle Brembana e uno solo in quella Seriana. Questo quanto emerso nella seduta del Consiglio provinciale durante la quale sono state approvate le nuove tariffe, aumentate del 32%, dei Comuni dell’Isola che sono passati dalla gestione di Hidrogest a Uniacque. E quelle dei paesi della Pianura, aumentate del 12%, sotto Cogeide, l’unica società per legge salvaguardata, ossia che ha titolo a gestire il servizio idrico integrato dei suoi 15 Comuni soci. Tutti gli altri che lo gestiscono in autonomia sono fuori legge. La fetta più considerevole degli irriducibili è composta da 15 Comuni della Val Brembana e uno della Val Seriana, tutti con una popolazione sotto i 1000 abitanti, verso i quali l'Ambito Territoriale Ottimale di Bergamo sta svolgendo un’azione di convincimento con qualche risultato, basti pensare, come affermato in Consiglio provinciale dal presidente dell’Ato Pierangelo Bertocchi che un anno fa erano 23. A gennaio è previsto un incontro fra i rappresentanti dell’Ato e Valgoglio, che è quell’unico Comune della Val Seriana ad opporsi ad essere inglobato da Uniacque. Il tempo però stringe: “Secondo la normativa in materia - ha spiegato Bertocchi a margine del Consiglio - tutti i Comuni dovevano essere sotto il gestore unico già dal 2016. Perchè ciò avvenga stiamo usando una linea morbida, proponendo anche delle agevolazioni. È chiaro, però, che in questa situazione i sindaci di questi Comuni sanno i rischi nei quali possono incorrere”. Il riferimento è ai possibili problemi sanitari in cui i piccoli Comuni che gestiscono da soli tutto il sistema idrico integrato: depurazione e fognatura compresa, possono incorrere. Aspetti di cui, essendo per legge l’autorità sanitaria, deve rispondere il sindaco.