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I PM INTERROGANO SPERANZA

Nuova trasferta romana, quella di giovedi 28 Gennaio per i PM bergamaschi che indagano sulla gestione della pandemia. Ieri dopo il precedente incontro avvenuto a giugno in relazione alla mancata istituzione della Zona Rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo, Il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota e gli investigatori della Finanza l’hanno ascoltato per circa cinque ore, dalle 9.30 alle 14.30 il ministro della Salute Roberto Speranza, il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo, oltre a Donato Greco, autore del Piano pandemico italiano tuttora in vigore, datato 2006. L’interrogatorio di Speranza ha avuto luogo nella sede del Ministero, mentre le audizioni di Miozzo e Greco si sono tenute in una caserma della Guardia di Finanza. Speranza ha spiegato, tra le altre cose, che al piano non fu data applicazione perché era antinfluenzale e non specifico per polmoniti, come era del resto emerso dalle audizioni di persone sentite nelle scorse settimane. Il ministro ha aggiunto che si fidava degli esperti nominati per far fronte all’epidemia. Si è anche tornati sulla mancata zona rossa, tema che aveva originato la missione romana di giugno. All’epoca era emerso che Speranza il 5 marzo firmò per la zona rossa, ma che fu Conte a decidere - dopo essersi consultato con gli esperti - di non applicarla a Nembro e Alzano, ma di estendere le limitazioni a tutta la Lombardia, visto che ormai il virus stava viaggiando oltre i confini della Val Seriana. Nel pomeriggio è stata la volta del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, del dirigente della Prevenzione del Ministero e del Cts, Gianni Rezza, e di Giuseppe Ippolito, medico dell’ospedale Spallanzani specializzato in malattie infettive. I pm bergamaschi vogliono capire perchè non sia stato ascoltato l’allarme dell’Oms del 5 gennaio e quindi disposto immediatamente il Piano, seppur vecchio, reso operativo solo 17 giorni dopo l’avviso dell’Organizzazione mondiale della sanità che aveva allertato ogni Paese affinché fossero adottate immediatamente le misure contenute nei propri Piani pandemici per arginare sul nascere la diffusione del virus. La mancata attuazione di quella che secondo chi indaga rappresenta una legge dello Stato da predisporre in situazioni di emergenza come quella attuale, rappresenta una sottovalutazione inammissibile nella fase iniziale della pandemia. E' fondamentale ora capire quali risvolti penali possa comportare tale negligenza.
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