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CAPOLAVORI BRESCIANI

Due bresciani – provenienti rispettivamente da Desenzano del Garda e Orzinuovi – due discipline assai diverse tra loro, ma che richiedono entrambe una buona dose di esplosività – due medaglie che, seppur di colori diversi, rendono orgogliosa non solo un’intera provincia, ma tutto lo stivale. Brescia sogna, l’Italia esulta, grazie ai risultati di Marcell Jacobs e Vanessa Ferrari. Lui 26enne, nato ad El Paso, in Texas e subito trasferitosi con la madre, italiana, sul lago di Garda e cresciuto alla corte del tecnico Paolo Camossi. Lei originaria di Orzinuovi - dapprima promessa, poi talento indiscusso della ginnastica internazionale - oggi 30enne, pienamente realizzata, fedele ai colori della Ginnastica Brixia di Folco Donati, ma ancora desiderosa di scrivere la storia. Sono loro l’orgoglio tricolore sprigionatosi a Tokyo 2020. Marcell Jacobs ha polverizzato non solo il suo personale, ma anche il record europeo sui 100 metri piani, conquistando una storica medaglia d’oro correndo in 9 secondi e 80 centesimi. Sul piano fisico era già decollato nel 2019, quando ai Mondiali di Doha aveva acciuffato la semifinale dei 100 e il record italiano della 4x100, poi il primato italiano di specialità a Savona e le scintillanti prove sprigionate in Diamond League. Il preambolo del capolavoro dipinto in Giappone tra i cinque cerchi. Mai un italiano aveva acciuffato la finale dei 100 metri all’Olimpiade, figuriamoci una medaglia: lui, Marcell, che l’anno scorso agli Assoluti di Padova correva con il velocista camuno Roberto Rigali, invece ce l’ha fatta. Vanessa Ferrari, dal canto suo, non è certo una sorpresa: dopo l’inaspettato ritiro dell’americana Biles, la prospettiva di una medaglia si è fatta sempre più concreta. Ed ecco dunque che al corpo libero – dove la fata bresciana sa estrinsecare il meglio di sé – ha conquistato un argento pesantissimo quanto meritato. Vanessa riscrive la storia come prima ginnasta italiana a finire sul podio olimpico, un traguardo raggiunto all’alba dei 30 anni. Un traguardo agguantato dopo l’inferno del 2017, quando vi fu la rottura del tendine d’Achille e lo spettro del ritiro. Un metallo che ripaga di ogni fatica e sofferenza. Il tecnico azzurro Casella la spinge verso le prossime Olimpiadi, lei nicchia. Intanto quell’argento, rincorso 13 anni, è nelle sue mani e in quelle di tutti gli italiani che, davanti al televisore, si sono emozionati come nel 2006 quando il mondo, per la prima volta, si è meravigliato di fronte a quella giovane farfalla bresciana.
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