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TRE ARRESTI PER LA MORTE DI LAURA

Questo venerdì all'alba i Carabinieri della Compagnia di Breno, coordinati dalla Procura della Repubblica di Brescia, hanno arrestato e condotto in carcere a Brescia, le due sorelle di 26 anni, impiegata, e di 19 anni, studentessa, figlie di Laura Ziliani, la donna di 55 anni scomparsa da Temù nella mattinata dell’8 maggio; è stato arrestato anche il fidanzato della 26enne, uno studente universitario di 27 anni residente in provincia di Bergamo. I tre, secondo la Procura e sui dati forniti dagli inquirenti, sono ritenuti responsabili in concorso tra loro dell’omicidio volontario e dell’occultamento di cadavere di Laura. Quella mattina Laura, secondo,la testimonianza delle figlie, era uscita di casa attorno alle 7.00 per una passeggiata sui monti sovrastanti, Villa Dalegno: avrebbe dovuto tornare alle 10.00 per portare alcune masserizie all'isola ecologica; attorno alle 12.00 le figlie hanno dato l'allarme per il mancato rientro. Subito dopo sono partite le ricerche; Carabinieri, Vigili del Fuoco anche con il loro elicottero Soccorso Alpino, Guardia di Finanza, cinofili, volontari hanno setacciato per giorni palmo a palmo la zona, su entrambi i versanti della valle. E' stata anche svuotata la vasca della centrale Enel per non tralasciare alcuna ipotesi. Nel frattempo i Carabinieri di Breno coordinati dal Capitano Filiberto Rosano stavano indagando anche in altre direzioni, perché la tenuta logica della ricostruzione dei fatti offerta dalle figlie e dal giovane non appariva coerente. Le indagini si sono avvalse di intercettazioni, analisi di tabulati, smartphone e computer dei tre, mentre sono state effettuate minuziose perquisizioni nella casa dove Laura era stata vista l'ultima volta e nelle altre proprietà della famiglia, dove i Carabinieri del SIS del Comando provinciale hanno trovato reperti di carattere scientifico. Dalla mole di dati in possesso degli inquirenti, che in questi mesi hanno sempre lavorato sottotraccia, emergono numerose anomalie nel racconto fornito dai tre arrestati, inducendo quindi i carabinieri e la Procura a ritenere poco credibile la versione dell’infortunio o del malore in montagna. A fine giugno le due figlie e il fidanzato della più grande, sulla base delle preliminari risultanze investigative, erano stati iscritti nel registro degli indagati dal PM Katy Bressanelli con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla relazione di parentela con la vittima e occultamento di cadavere. Sin da subito, sono risultati sospetti sia l’allarme dato troppo in fretta dalle due figlie, sia il rinvenimento del telefono cellulare, che Laura aveva sempre con sé, trovato sotto una panca in cantina. Poi nella tarda mattinata del 23 maggio accanto al torrente Fumeclo era stata trovata una scarpa che secondo le figlie Laura indossava quella mattina: ma quel luogo sarebbe incompatibile con la direzione verso monte che Laura avrebbe preso. Sempre nel Fumeclo, poco distante dall’abitazione della donna, agli inizi di giugno scorso, era stato rinvenuto un jeans femminile rovesciato, compatibile con quello che la la donna avrebbe indossato la mattina della scomparsa, stando alle testimonianze delle figlie. Infine è stata trovata anche la seconda scarpa di Laura che i tre indagati avrebbero collocato per depistare le attività investigative avvalorando l’ipotesi dell’infortunio o del malore. La mattina del 8 agosto, infine, lungo la pista ciclabile di Temù, un bambino aveva notato un corpo in stato di decomposizione, non riconoscibile in volto, parzialmente nascosto tra i rami e le foglie: indossava solo una canottiera e degli slip. Gli orecchini in oro giallo e una cisti presente sul piede destro avevano portato a ritenere che il corpo fosse proprio quello di Laura Ziliani. La definitiva conferma è giunta dalla comparazione del Dna, eseguita dalI'Istituto di Medicina Legale di Brescia. L'autopsia ha confermato che il corpo non presentava tracce compatibili con una lunga permanenza in acqua: da qui l’ipotesi che fosse stato occultato. Sono ancora in corso indagini scientifiche di particolare complessità per valutare l’effetto degli agenti esterni sul processo di decomposizione del corpo. I preliminari accertamenti tossicologici eseguiti dall’Istituto di Medicina legale di Brescia hanno riscontrato la presenza di benzodiazepine nel corpo di Laura. Tutto fa pensare che sia stata avvelenata.
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