Rapina ed estorsione, con questa accusa sono finiti nei guai due minorenni – uno non è perseguibile – di Nave, fermati da una pattuglia della squadra mobile della questura di Brescia in piazza Vittoria dove, con minacce e violenza si erano appena fatti consegnare soldi, capi d'abbigliamento e il cellulare da altri tre ragazzini. Il fermo dei due è scaturito durante un normale controllo del territorio proprio per prevenire fatti come questo. Il più grande dei due spalleggiato dal più giovane, avvicinatosi ad alcuni ragazzi e facendogli credere di avere un coltello si è fatto consegnare soldi, abiti e cellulare per darsi poi alla fuga. La scena però è stata notata da alcuni agenti in borghese che si sono immediatamenti messi sulle tracce dei due ragazzini e li hanno fermato portandoli quindi in questura. Dopo gli accertamenti di rito il più di giovane della baby gang è stato affidato ai genitori poiché minore di 14 anni e quindi non perseguibile mentre per il 14enne sono scattati gli arresti domiciliari. Sono in corso ulteriori indagini per verificare il coinvolgimento dei due in fatti analoghi verificatisi negli ultimi giorni a Brescia. La polizia di stato non si occupa però solo di repressione, infatti, si è chiuso in questi giorni “PretenDiamo legalità” è un progetto concorso finalizzato alla promozione della legalità, promosso in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Si rivolge agli studenti della scuola primaria e della secondaria con l’obiettivo di approfondire i temi del rispetto delle regole, del corretto utilizzo della rete internet e dei valori della Costituzione. Durante l’anno scolastico si sono tenuti vari incontri che hanno visto la partecipazione di oltre 3.000 tra studenti, docenti e genitori che hanno affrontato argomenti che vanno dal bullismo e cyberbullismo al corretto utilizzo di internet e dei social, alle varie forme di discriminazione.