Si torna in aula venerdi 7 ottobre per le repliche delle parti e la probabile sentenza di secondo grado, relativa all’omicidio di Gianna Del Gaudio, la 63enne professoressa uccisa al culmine di una lite la notte fra il 26 e il 27 agosto 2016 nella villetta a schiera di piazza Madonna delle Nevi a Seriate. A processo il marito Antonio Tizzani ex ferroviere, 73enne, assolto in primo grado. L’imputato aveva raccontato di trovarsi fuori quella notte intento ad innaffiare il giardino e una volta rientrato di aver visto un uomo chinato sulla borsa della moglie. Stando al racconto fatto Tizzani aveva precisato trattarsi di una persona con in dosso una felpa grigia col cappuccio in testa, e con qualche chilo in meno di lui, baffi biondicci e occhiali da vista. Le mani erano scure, non da uomo di colore, però, più probabile fossero sporche di sangue. “Io ho urlato - aveva detto in aula Tizzani -Gianna, chi è questo, che ci fa con la tua borsa? Quell’uomo è scappato chinato e senza mai voltarsi, raggiungendo la porta posteriore per poi dileguarsi nel nulla”. La testimonianza di una vicina di casa, sottolineava che “Gianna lo serviva in tutto, credo fosse più una cameriera che una moglie. Lei nascondeva le botte che prendeva per salvare il matrimonio. Litigavano spesso. Lui era di una gelosia malata”. “Sono accuse dettate dall’invidia - ha precisato Tizzani -, perché ci vedevano mano nella mano e loro quello non lo potevano fare. Io e Gianna fingevamo di litigare per farlo sentire ai vicini. Era mia moglie che mi chiedeva di urlare”. A questa va aggiunta la deposizione di due ragazze e un finanziere: “Eravamo ferme in auto in un parcheggio, quando la nostra attenzione è stata attirata da urla forti. Venti minuti sarà durata la lite, poi all’1.05 abbiamo udito l’urlo straziante di una donna, forse la nuora dopo aver saputo della morte di Gianna”. La voce maschile era quella di Tizzani, le giovani dicono di averla riconosciuta. Ora non resta che attendere venerdi dove potrebbe essere detta l’ultima parola su un giallo dai molti lati oscuri.