Prima giornata di voto questa domenica anche per i 17 Comuni bresciani giunti a naturale scadenza del mandato oppure commissariati, chiamati quindi a rinnovare il sindaco e il consiglio comunale. Il primo dato ufficiale è l’affluenza rilevata alle 12, quando al voto si erano recati, per quanto riguarda la Valle Camonica, a Berzo Demo il 24% degli elettori, il dato più alto in provincia di Brescia, la scorsa volta alle 12.00 si erano recati alle urne il 26% degli elettori; a Berzo Inferiore il 21.65%, dato leggermente superiore al precedente; a Borno il 23% rispetto al 32% del dato precedente, a Malonno il 21% rispetto al 19%, unico Comune che registra una crescita rispetto al 2018, e a Ponte di Legno il 17% rispetto al 21% della volta scorsa. Nella città di Brescia, nelle 203 sezioni aperte, alle 12.00 si erano recati al voto il 14% circa dei bresciani rispetto al 18% della scorsa tornata elettorale, quando però si votò in un giorno solo. Il confronto con l’affluenza alle urne che negli stessi comuni si era verificata nella precedente tornata elettorale, mostra un leggero calo dell’affluenza un po’ ovunque, tranne a Malonno dove l’affluenza è aumentata, ma la scorsa volta si votò appunto in una sola giornata: quindi, considerando che le urne saranno aperte anche questo lunedì 15 maggio dalle 7 alle 15, l’affluenza è buona e fa ben sperare per una partecipazione attiva della popolazione ad un’elezione, quella diretta del sindaco e del consiglio comunale, molto sentita là dove è sentita la sfida tra due liste, tra continuità e rinnovamento, tra programmi e idee messe in campo durante la campagna elettorale. Un’affluenza che alle elezioni comunali è solitamente superiore rispetto alle elezioni politiche o regionali, che sono caratterizzate da una partecipazione alle urne in costante calo negli ultimi anni. Nel tardo pomeriggio di questa domenica l’affluenza aveva già superato abbondantemente il 30% in quasi tutti i Comuni al voto ed è in particolare Borno che guarda con apprensione al dato in continuo aggiornamento, perché in campo c’è una sola lista che sfida il quorum del 50% più uno dei voti.